Dovizioso
e la GP17 possono vincere il campionato? Gli italiani aiuteranno il ducatista?
E Marquez come reagirà dopo la sconfitta a Motegi?
Vincere
su Marquez all’ultima curva è già difficile. Farlo per ben due volte a distanza
di poco tempo è da inserire nelle imprese incredibili. Riuscirci sotto la
pioggia, per giunta sulla pista della Honda, è da segnare in rosso sul
calendario. Se poi lo fa un pilota come Dovizioso, che fino all’anno scorso era
considerato un ottimo rider (oltre che un fine collaudatore) privo però di
quella cattiveria che viene necessariamente richiesta a chi anela a vincere il
titolo nella classe regina, allora bisogna cominciare seriamente a credere che
il mondiale è davvero alla sua portata.
Leggendo i risultati della stagione in corso,
a tre gare dalla fine sia Marquez che Dovizioso si sono aggiudicati cinque
vittorie a testa su 15 Gran Premi disputati; lo spagnolo della HRC si è
ritirato tre volte (l’italiano una volta solamente) ma vanta due podi in più
che gli garantiscono la leadership provvisoria della classifica mondiale con 11
punti di vantaggio su Andrea. Prima riflessione: azzerare il gap da Marc non
sarà per nulla facile perché mancano tre gare la conditio sine qua non è che il
ducatista arrivi sempre davanti allo spagnolo. In questo contesto, sulla carta
almeno due gare su tre sono a vantaggio di Marquez (Phillip Island e Valencia),
sebbene i risultati delle medesime gare nel 2016 siano a favore dell’italiano;
inoltre proprio l’anno passato la foga ha giocato un brutto scherzo allo
spagnolo che in Australia è caduto mentre si trovava in testa. Ed ecco
introdotta la seconda riflessione: chi è il migliore alleato di Dovizioso?
Escludendo giochini come il presunto “biscotto” del 2015, il primo nome che ci
viene subito in mente è…Marquez! Andrea ha scoperto che sotto pressione lo
spagnolo sbaglia e anche molto; le due vittorie all’ultima curva sono la prova
che l’italiano ha capito e sfruttato a suo vantaggio questa situazione al punto
da intuire preventivamente gli attacchi “a vite persa” dell’avversario e
preparare le contromosse necessarie. Sarebbero da menzionare i rispettivi
compagni di team che potrebbero immolarsi in favore del più classico gioco di
scuderia; ma potenzialmente solo Pedrosa è stato capace d’arrivare almeno una
volta, davanti al compagno di squadra in questa stagione. Va da se che quindi
bisogna allargare la pletora delle possibili alleanze includendo tutti i
compagni di marca (sia Honda che Ducati) che i connazionali. Ma anche in questo
caso le dinamiche sono difficili da prevedere per varie ragioni (Lorenzo è an
un passo da Zarcò in classifica mondiale e tenterà di guadagnare più punti
possibili; di contro dietro lo spagnolo ci sono Petrucci e Crutchlow che non è
detto che gli renderanno la vita facile). La verità è che Andrea e Marc si
giocheranno il mondiale a ogni gara da qui alla fine e in quest’ottica
acquistano un senso strategico fondamentale i test svolti dal Ducati Team a
Valencia. E’ evidente che gli uomini in rosso puntano a giocarsi il titolo fino
all’ultima gara (posto che in Australia e in Malesia vada tutto bene) e quindi
hanno puntato a rafforzarsi sulla pista a loro potenzialmente più ostica per
varie ragioni. Di contro il team il Repsol Honda Team ha giocato d’anticipo
spingendo sullo sviluppo della RC213V nell’arco della stagione, in parte per
ovviare a dei problemi iniziali non previsti e in parte per recuperare il gap
in classifica accumulato nelle prime gare del campionato. L’ultima riflessione
la definiremo il terzo incomodo ed è dedicata a Vinales e alla sua M1 del team
Movistar Yamaha MotoGP. Dato che la matematica non lo da per escluso dalla
corsa al titolo (si trova in terza posizione a 41 punti da Marquez) sarebbe un
errore non considerarlo il vero ago della bilancia nella lotta a due tra Marc e
Andrea. Dopo un inizio di stagione incredibile e vittorioso, Maverick ha perso
gradualmente competitività e questo potrebbe spingerlo a giocarsi il tutto per
tutto negli ultimi tre appuntamenti del mondiale, rosicchiando punti e mettendo
pressione allo spagnolo e all’italiano i quali dovranno decidere se
accontentarsi o rischiare.
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