Buona
prestazione dell’italiano in gara uno sulla Honda, ma le condizioni meteo della
domenica annullano i progressi del team.
Situazione
difficile per il Red Bull Honda World Superbike Team che dall’inizio dellanno
ha visto alternarsi in sella alla CBR 1000 RR Fireblade SP2 ben cinque piloti.
Dopo la perdita di Hayden e l’incidente di Bradl, sul sellino della quattro
cilindri giapponese si sono alternati il giapponese Takahashi, l’italiano Giugliano
e l’americano Gagne. Il risultato è una moto che risente del mancato sviluppo
(almeno per la stagione in corso) e risultati al di sotto delle aspettative
d’inizio anno.
Il team sta valutando i possibili scenari e l’evoluzione della
squadra archiviando di fatto la stagione in corso per pianificare il lavoro
sulla motocicletta in chiave 2018 e, soprattutto, 2019 quando i regolamenti
imporranno cambiamenti drastici per quanto riguarda l’elettronica. In questo
contesto con i big già accasati e la mancanza di un pilota che porti avanti lo
sviluppo con continuità, la scelta è resa ancora più difficile. Nel presente
della squadra c’è l’ottimo ottavo posto di Giugliano in gara uno, ottenuto su
un asfalto umido (per l’italiano era la prima volta in queste condizioni sulla
CBR) e con una progressione e un miglioramento delle performance valutabili
giro dopo giro in gara. L’americano è stato più sfortunato e ha chiuso
anzitempo la corsa con un ritiro non prima però d’aver mostrato performance in
crescita al pari del compagno di team, nonostante non avesse mai saggiato le
Pirelli sulla pista bagnata. Gara due è stata conclusa da entrambi i piloti
fuori dalla top ten (Giugliano ha chiuso undicesimo e Gagne subito dietro) ma
con il non trascurabile vantaggio d’aver saggiato il mezzo in condizioni
variabili con le dovute ricadute sullo sviluppo della CBR. Nel caso di
Giugliano c’è da aggiungere che un fuori pista per evitare Laverty, durante le
prime fasi della seconda manche, gli ha fatto perdere posizioni preziose che,
con il ritmo mostrato in pista, gli avrebbero permesso di riconfermare (se non
addirittura migliorare) la posizione del sabato: “
gara uno è stata positiva.
Abbiamo avuto un buon passo per tutti i 21 giri e siamo stati in grado di
migliorare fino alla bandiera a scacchi. Era la mia prima volta per molti giri
con la moto in condizioni di umido, quindi c'erano alcune cose che dovevo
capire prima di poter cominciare a spingere più a fondo. La squadra ha fatto un
ottimo lavoro nella traduzione dei miei commenti e dei dati in adeguate
modifiche alla messa a punto della moto. Gara due è stata sfortunata, perché
ritengo che avevo il ritmo per lottare per il sesto posto. L'obiettivo
realistico prima dell'inizio era quello di finire tra l'8 e l'11, ma ci siamo rivelati
più veloci di quanto ci aspettassimo. Era difficile spingere quando mi trovavo
dietro, perché guidavo da solo, quindi non sapevo quanto fosse bagnato in
diverse parti del circuito e come le condizioni si erano evolute per tutto il
giro. Abbiamo messo insieme un buon ritorno, abbiamo mostrato un buon passo e
c'è una buona sinergia tra me e il mezzo. I ragazzi hanno fatto un lavoro
sorprendente: ritengo che la moto è in miglioramento e questo è stato il motivo
per cui sono stato scelto in primo luogo, quindi sono felice. La velocità
massima era anche eccellente. Ovviamente c'è ancora molto da migliorare, ma le
cose vanno nella giusta direzione”. Discorso simile, per quanto riguarda le
condizioni della pista, per
Gagne che ha detto: “
era la mia prima gara in
condizioni di bagnato con questa moto e pneumatici Pirelli, quindi ancora una
volta c'era molto da imparare. Sono contento di come sono stato in grado di
migliorare il mio passo giro dopo il giro; la moto è piuttosto diversa con il
set up per l’umido, ma sono riuscita ad adeguarmi e, nonostante un piccolo
rallentamento che mi è costato un paio di posti, sono stato in grado di correre
costantemente e di fare esperienza. Il mio obiettivo era quello di finire la
gara e ci siamo andati molto vicini, ma purtroppo mi sono dovuto ritirare a
meno di due giri dalla fine. Domenica a differenza di quanto accade in America,
la regola del flag to flag significa che anche se spunta la pioggia, si può
ancora correre su pneumatici slick. Questo per me è stato uno scenario
completamente nuovo, quindi mi ci è voluti un po’ di tempo per capire quanto potevo
spingere in queste condizioni. Verso la fine, ho iniziato ad andare più veloce
e all’ultimo giro ho anche battuto il mio miglior tempo personale di tutto il
fine settimana. Il dodicesimo posto non è male, ma credo di avere il potenziale
per fare molto meglio. Sono contento di ciò che ho imparato e dei miglioramenti.
Voglio ringraziare l'intera squadra perché è stata un'altra esperienza
straordinaria e mi sono divertito molto”.
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