Ecco una special che affonda le proprie radici nell’essenza
delle special semplici, robuste e divertenti. E a buon mercato!
Qual
è l’essenza della motocicletta? Un cilindro? Due? Tre? Otto? E quella delle special?
Per come la vediamo noi, una moto deve essere prima di tutto divertente; ed è
un dato di fatto che la guida gustosa va di pari passo con la riduzione del
peso e delle dimensioni. Quindi spesso è meglio avere sotto il sedere un mono
leggero con una trentina di cavalli piuttosto che un grosso e ingombrante mille
da oltre duecento che necessita di tanti (troppi) aiuti elettronici da fare
invidia alla Nasa.Quindi se una moto per essere piacevole deve essere leggera e raccolta, una special (che di fatto è la quintessenza dell’estremizzazione della guida divertente) deve esserlo ancora di più. Che poi sia una flat track o un’enduro o una cafè racer, che abbia particolari d’alluminio o carbonio o che sia minimalista al punto che la targa la dovrete tenere su con il fil di ferro poco importa perché a quel punto si entra già nell’ambito del gusto personale di ognuno di noi, e li la legge la detta il proprietario. Ciò premesso la piccola Tracker realizzata da BCR Designs incarna, senza ombra di dubbio, buona parte di quanto fin qui detto. Nata sulla base di una Honda XR400R del 2005 piuttosto vissuta (il motore era già stato “pompato” dal precedente proprietario) è stata trasformata in una via di mezzo tra un enduro con sospensioni più basse (o se volete in una scrambler sportiveggiante), una cafè racer e una flat track. Della prima ha sicuramente la base, della seconda le finiture e della terza…beh della terza ha tutto il resto, compresa una certa facilità d’utilizzo anche nell’ambito del puro commuting urbano. Per riuscire a contenere i costi sono stati sfruttati pezzi della produzione di serie della Honda come buona parte dell’anteriore di una delle prime CBR 600 (compreso il disco freno singolo e la pinza) da adattare al mozzo Talon e ai cerchi Excel montati dal precedente proprietario. Quest’approccio alla preparazione permette inoltre, qualora si volesse, di ripristinare la configurazione di serie della XR semplicemente smontando i nuovi elementi e rimontando quelli originali. Il nuovo anteriore ha sbilanciato le geometrie della moto motivo per cui al posteriore è stato risettato il monoammortizzatore e installato un nuovo telaietto con sella differente e ribassata. A questo punto, dato che il motore era già arrivato maggiorato a 450 centimetri cubici e dotato di camme più spinte, filtro dell’aria sportivo e terminale (davvero grosso e minaccioso) Akrapovic, ci si è concentrati sull’aspetto estetico (e funzionale) della preparazione. Eliminato il plasticoso serbatoio di serie è stato montato un nuovo elemento d’alluminio lucidato realizzato appositamente per la Tracker e dalla forma classicheggiante. Dello stesso materiale è la mascherina anteriore, mentre per il codino è stata utilizzata la fibra di carbonio. La sella in alcantara scamosciata nera è stata completata con doppie cuciture dorate, sfruttando i colori utilizzati sia al retrotreno per il codino che i fregi sul serbatoio e sulla mascherina (che di fatto è più che alto una tabella portanumero forata per agevolare lo scambio d’aria del radiatore dell’olio posizionato davanti al cannotto di sterzo). Due particolari colpiscono l’osservatore più attento: le luci necessarie per circolare in strade pubbliche (ma mancano sia le frecce che gli specchietti) e i collettori di scarico spazzolati e con saldature volutamente non rifinite per sottolineare la natura imperfetta e “incompleta dell'estetica giapponese Wabi-sabi”. Il risultato è quanto descritto poco sopra: una moto molto più leggera dell’originale (che già di base non arrivava a 122 chili), con un’estetica ricercata ma allo stesso tempo semplice e con una guida sicuramente vivace e gustosa dato il peso ridotto e la maggiore potenza (in origine il mono di 400 centimetri cubici erogava circa 32 cavalli ma i nuovi pezzi ne avranno sicuramente incrementato il valore finale). Si tratta di una special robusta e versatile, in grado d’essere guidata in città come su sentieri sporchi (gli Shinko tassellati servono proprio a garantire questa dualità d’utilizzo) e con uno stile ricercato ma per nulla chiassoso. Se vogliamo essere ancora più specifici la tracker è la classica botte piena e la moglie ubriaca o, se volete, il piacere di guidare dovendosi solo preoccupare di fare il pieno tra un sorriso e l’altro. Dite che basta per spingevi a comprare una vecchia XR?
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