Una
vecchia Benelli a quattro cilindri rivive in una special con look da endurance
anni ’80 e componentistica moderna.
Lo
chiamano resto-mode ovvero la tecnica di amalgamare look retrò con meccaniche
aggiornate (o prelevate da modelli recenti) mantenendo inalterato lo spirito
originario del mezzo che è ben altra cosa rispetto al neo retrò che, invece,
sfrutta linee classiche per proporre modelli nuovi. E a prescindere dall’idea
personale che ognuno di noi ha circa questa pratica customizzatrice, non si può
non rimanere piacevolmente colpiti dal lavoro fatto da Plan B Motorcycles sulla
base di una Benelli 354, su cui hanno miscelato il resto-mode e lo spirito
racer creando una nuova corrente di pensiero ed azione, il resto-racer,
ispirandosi alla Ferrari 512M.
La piccola Benelli, di proprietà del
cliente/committente da oltre vent’anni, è stata trasformata in un vero e
proprio tributo celebrativo della sportiva italiana al punto che la 512M del
team Penske ne ha ispirato schema di colori, dettagli come il sottopancia e
scelta di alcuni materiali. Breve divagazione: la 512 da competizione (nelle
versioni S ed M) è una delle Ferrari da competizione più note pur non avendo
vinto nulla. Quella del team Penske (dipinta con i colori del main sponsor
Sunoco) era stata totalmente smontata e riassemblata per partecipare alle gare
di Endurance più importanti della stagione ’71 (tra cui la 24 ore di Le Mans, la
24 ore di Daytona e la 12 ore di Sebring). A Daytona la 512M Penske partì in
pole position davanti alle favorite Porsche 917 ma un incidente durante la
notte, dopo che avevano comandato la gara per svariate ore, li relegò al terzo
posto finale. Stessa sorte a Sebring dove l’equipaggio, dopo essere stato per
buona parte della gara in testa, concluse decimo dopo un contatto. A Le Mans la
Ferrari blu fu costretta al ritiro per problemi al motore mentre era terza;
stessa sorte alla 6 ore di Watkins Glen, ultima gara, dove a cedere fu il
piantone dello sterzo. E forse è proprio quest’aura di “perdente” a oltranza
che ci fa patteggiare per la sfortunata 512M Penske cui si sono ispirati quelli
di Plan B Motorcycles per la Benelli che, per poter acquisire il necessario
aspetto sportivo che di serie le mancava, è stata pesantemente modificata a partire
dal telaio pulito di ogni componente inutile e privato di tutta la porzione
posteriore. Al suo posto è stata montata una struttura tubolare d’alluminio
molto più leggera e rastremata che ha permesso di modificare anche l’originale
configurazione a doppio ammortizzatore in favore di una soluzione a elemento
singolo della Gears Racing totalmente regolabile. Per ristabilire un assetto
corretto e coerente con il nuovo e più performante mono posteriore, l’anteriore
è stato prelevato da una Buell M2 Cyclone, compreso il grosso disco freno da
340mm ben incastonato nella ruota originale da 18 pollici della Benelli. Il
serbatoio home made è d’acciaio si caratterizza per i due oblò incastonati nei
fregi da cui è possibile controllare il livello della benzina mentre carena e
codino, in perfetto stile Endurance, sono stati appositamente realizzati per
questa special usando la vetroresina; le prese d’aria laterali e il sottopancia
sono d’alluminio lucidato esattamente come era stato fatto sulla Ferrari della
Penske. Incredibilmente bello è il cockpit con il contagiri Veglia, il cronometro
e tutta una serie di leve e pulsanti old style ma perfettamente funzionanti (e
funzionali) in ottica racing; stesso discorso per pedane e semimanubri che
hanno sostituito gli elementi di serie. Rispettando in pieno lo stile racer, il
motore originale è stato sostituito con un altro quattro cilindri Benelli di
500 centimetri cubici a cui è stata modificata la testata, sostituita
l’accensione con una elettronica Dynatech, montata una batteria di voraci
Dellorto con tromboncini corti e lucidati e aggiunto un nuovo sistema di
scarico completo 4-1-2-4 con terminali idroformati e rivestimento ceramico
della HP Corse. A questo punto montate due Avon dal look retrò ma in grado di
scaricare l’abbondante cavalleria e coppia del quattro cilindri, è stato
necessario concludere la preparazione rifacendo da zero l’impianto elettrico
per poter fare funzionare alcuni componenti. Tra questi è bene menzionare
l’impianto d’illuminazione, dal momento che questa moto può circolare in strade
pubbliche, e il geniale cavalletto laterale nascosto nella parte sinistra del
sottopancia e azionato da un meccanismo elettrico. Rimane solo da decidere se
questa special, terribilmente bella, piaccia per quell’intrigante sottopancia,
o per i quattro terminali a onda, o per lo stile da endurance, o ancora per il
fregio sul serbatoio, o perché è ispirata a una “perdente” o più semplicemente
perché è bella e basta.
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