La
casa di Akashi vince in SSP300 con la Carrasco, in SSP600 con Sofuoglu e in SBK
con Rea, e lascia agli avversari solo le briciole.
Sul
circuito portoghese i piloti Kawasaki hanno letteralmente dominato tutte le
classi mondiali dei campionati dedicati alle derivate di serie. A tre gare (e
sei manche) dalla fine, Rea ha vinto sia gara uno che gara due (con buona pace
dell’inversione della griglia e degli avversari) mettendo una seria ipoteca sul
titolo piloti 2017 (che per il britannico sarebbe il terzo consecutivo).
L’apparente
facilità con cui ha guidato in entrambe le manche (in gara due durante lo
slalom dei primi giri per sorpassare gli avversari sembrava guidasse una MotoGP
tanta era la differenza di velocità rispetto agli altri piloti), la pole
position e i distacchi inflitti a tutti gli “altri” ha mostrato la perfetta
simbiosi tra Rea e la ZX-10RR. Qualcuno parla di dominio ammazza spettacolo e
qualcun altro ipotizza come cura il passaggio del campione inglese in MotoGP
per “iniettare” nel mondiale prototipi un pilota che sia anche personaggio e,
contemporaneamente, riequilibrare la competizione in Superbike. Di certo c’è
che Rea ha sempre apprezzato il campionato delle derivate di serie e di recente
ha dichiarato che non passerebbe mai in MotoGP solamente per fare numero. “
Sono
veramente felice d’aver vinto – ha dichiarato
Rea a fine giornata –. I
n gara
uno la nostra moto sembrava che fosse su delle rotaie, ma quando il grip è
venuto meno ho dovuto compensare con il mio stile di guida. È stato difficile
mantenere la concentrazione, perché quando hai un grosso vantaggio sugli
inseguitori è molto facile sbagliare. In gara due nei primi giri ho fatto dei
passaggi difficili per prendere la mia posizione e appena sono andato in testa
ho impostato il mio ritmo e sono andato via. Domenica avevamo una moto
completamente diversa. Avevo molti feedback dalla moto e sono riuscito a
correre con il mio ritmo per sette o otto giri. Ho osservato che il divario era
rimasto costante, e quando ho visto Chaz fuori e tirato il fiato. Abbiamo avuto
la nostra dose di sfortuna a Donington. Il vantaggio in campionato è enorme e
possiamo andare a Magny Cours pensando di vincere (il titolo n.d.a.) in
Francia. Se avremo un weekend costante potremmo farcela. Prima della gara ho
detto a Pere che poiché Kawasaki aveva vinto ogni gara a Portimao c'era molta
pressione. Ha risposto che non c'era alcuna pressione perché avevamo lavorato bene,
e che sarei dovuto uscire e fare quello che dovevo fare. Sono andato sotto il
podio in ogni singola gara a Portimao e devo congratularmi con i piloti
Kawasaki. La più impressionante è stata Ana Carrasco. Non ho mai visto
un'atmosfera come quella e l’atmosfera al nostro box era come durante una partita
di calcio. Tutto il team KRT era sul podio, ed è stato bello da vedere".
Più sfortunato
Sykes, incorso in un incidente durante l’FP3 che gli ha impedito
di correre sia sabato che domenica: “s
ono uscito per l’FP3 e sentivo bene la
moto. Mentre acceleravo all'uscita otto, quando la ruota anteriore è tornata
giù, la parte posteriore era molto più veloce. Il pneumatico anteriore ha ritardato
un istante per arrivare alla stessa velocità e in quel momento è partito il
retrotreno. Poi ha colpito il blocco –fondo corsa - dello sterzo e la parte
posteriore ha scalciato. La moto ha avuto la meglio su di me. Guardando
l'incidente sono un uomo fortunato". Saltando nella classe 600 Supesport
troviamo un altro mattatore (nonché penta iridato) della categoria in sella
alla Kawasaki, Kenan Sofuolglu, che a dispetto d’infortuni e problemi d’inizio
campionato ha riagguantato la testa della classifica a suon di vittorie. Anche
per il turco si tratta di un dominio che si esprime al meglio quando guida la
ZX-6R (3 dei 5 titoli sono stati conquistati in sella alla quattro cilindri di
Akashi). “
Se vinci le gare dopo una lotta, ti piace di più – ha dichiarato
Sofuoglu –.
Questa è stata una gara molto buona per tutti, perché Lucas Mahias
e io stiamo combattendo per il campionato. Penso che sia una buona ultima parte
di stagione. Devo ringraziare la mia squadra perché sabato siamo caduti ma
siamo tornati per vincere. Perdere la possibilità di segnare punti nelle prime
tre gare mi ha fatto affamare, ma anche rilassato e sono in grado di guidare la
moto e cercare di vincere le gare. Ho guidato la moto per vincere la gara, non
il campionato. Voglio continuare in questo modo e spero che funzionerà e che possiamo
vincere il campionato quando arriveremo al Qatar per il round finale".
Infine nella Supersport 300 è arrivata la prima affermazione di Ana Carrasco,
la giovane spagnola del team ETG Racing. A noi fa piacere apprezzare la
vittoria di un pilota (su oltre trenta iscritti al campionato) che ha saputo
dosare cattiveria e strategia, sfruttare ora le scie ora l’allungo del proprio
motore, gestito le traiettorie in frenata e in accelerazione e sorpassato chi
gli stava davanti, offrendo spettacolo come non si vedeva da tempo in questa e
in altre categorie dedicate alle derivate di serie. Che poi si tratti della
prima affermazione di una donna in una gara di velocità in circuito valida per
un titolo mondiale è un dato che aggiunge piacere allo spettacolo della
competizione in pista. “
Sono molto contenta di questo risultato – ha dichiarato
la
Carrasco, settima in classifica generale e quinto vincitore diverso dall’inizio
della stagione –.
Voglio condividerlo con tutto il mio team. Abbiamo lavorato
molto duramente e abbiamo fatto passi in avanti in ogni gara. Sono molto
contenta e voglio ringraziare tutti loro e anche i miei sponsor, dato che senza
di loro non sarebbe stato possibile”.
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