Dichiarazioni
dei protagonisti e riflessioni dopo la presentazione della nuova GP18 a Borgo
Panigale.
Per
quanto sia chiaro a tutti che la GP18 presentata ieri all’Auditorium Ducati non
è quella definitiva che lotterà per i titoli piloti e costruttori nel mondiale,
alcune caratteristiche (principalmente estetiche) tradiscono novità rilevanti.
Innanzitutto salta subito all’occhio la nuova livrea simile ma differente
rispetto al passato, su cui spicca un misterioso grigio.
Secondo alcuni
potrebbe celare un main sponsor che al momento non dovrebbe essere svelato. A
nostro personale giudizio il grigio accostato al rosso, nero e bianco richiama
molto più semplicemente i colori di utilizzati da Audi sulle proprie auto da
corsa…sarà un caso? C’è poi l’aerodinamica che è evidentemente figlia degli
ultimi sviluppi della GP17. In generale è più affilata, quasi tagliente, e fin
da subito è stata presentata con le aperture laterali sulle alette
aerodinamiche. Secondo le stesse parole del Direttore Generale di Ducati Corse,
l’Ingegnere
Luigi Dall’Igna, “
quando si arriva a lottare per vincere il titolo,
come è successo a noi l’anno scorso, può essere facile perdere la giusta strada
nello sviluppo della moto, per cui tutte le novità che introdurremo sulla nuova
Desmosedici GP saranno nel segno dell’evoluzione e non della rivoluzione.
Ritengo che entrambi i piloti del Ducati Team, Andrea Dovizioso e Jorge
Lorenzo, siano un vero valore aggiunto per noi e che entrambi possano puntare a
lottare per il titolo mondiale nel 2018. Dobbiamo solo fare l’ultimo passo, e
sappiamo che non sarà facile perché ci stiamo confrontando con degli avversari
molto agguerriti e con aziende più grandi di noi. In ogni caso cercheremo di
fare il possibile perché il 2018 sia un anno davvero indimenticabile per noi e
per tutti i ducatisti”. Con queste parole Dall’Igna introduce un tema caldo su
cui sono stati versati fiumi d’inchiostro, ovvero i piloti. Da un lato c’è
Lorenzo, plurititolato e ben remunerato che nel 2017 ha faticato ad adattarsi
alla Ducati. C’è da dire che il maiorchino da quando è approdato in MotoGP ha
guidato unicamente la Yamaha e questo può aver influito sulla sua capacità di
affiatarsi con una moto ben diversa. Ciononostante la fiducia riposta nello
spagnolo da Dall’Igna (che con lui ha corso e vinto nelle classi minori) è il
motivo principale per cui
Lorenzo può essere inserito nel novero dei possibili
pretendenti al titolo nella prossima stagione: “
il 2017 è stato un anno
piuttosto difficile per me, perché non ho vinto neanche una gara e all’inizio
del campionato non sono riuscito a lottare per il podio, però ho avuto pazienza
e non ho mai mollato, e nelle ultime gare abbiamo finalmente ottenuto dei risultati
abbastanza buoni. Il lavoro di squadra è stato molto importante e Ducati mi ha
aiutato molto per adattare la moto al mio stile di guida, per cui penso che nel
2018 partiremo con una base molto più competitiva. Andrea e la Desmosedici GP
hanno dimostrato che abbiamo tutte le carte in regola per provare a vincere il
campionato del mondo, e io credo di avere la forza e l’esperienza necessaria
per lottare insieme a lui per questo obiettivo. Credo molto nelle nostre
possibilità e sono convinto che siamo più forti di un anno fa. Essere ducatista
per me è una cosa davvero speciale: sono molto orgoglioso di aver accettato
questa sfida e mi sento in famiglia fin dal primo giorno, per cui vorrei poter
ripagare la passione e il supporto che riceviamo dai Ducatisti in tutto il
mondo con molte vittorie e, se possibile, con il titolo mondiale”. Dall’altro
lato del box c’è
Andrea Dovizioso, rivelazione del 2017 e sicuramente tra i
favoriti per la corsa al titolo: “
l’anno scorso è stato un anno strepitoso,
ricco di successi, e abbiamo anche imparato tante cose su cui continueremo a
lavorare quest’anno. La nostra moto aveva ancora alcune caratteristiche che ci
hanno reso la vita difficile su alcune piste e, per il 2018, ci siamo
focalizzati a migliorare questi aspetti perché dobbiamo sempre essere in grado
di lottare per il podio, su tutti i circuiti. Dopo essere arrivati secondi con
sei vittorie nel 2017, naturalmente il nostro obiettivo non può che essere
quello di lottare per vincere il campionato, ma dobbiamo restare con i piedi
per terra perché sappiamo che ogni anno ha una storia a sé. Partiamo comunque
dalla buona competitività dello scorso campionato e dobbiamo solo rimanere
focalizzati al 100% come l’anno scorso, quando abbiamo lavorato davvero molto
bene insieme al mio team”. Intorno al forlivese si sta scatenando un dibattito
relativo al rinnovo del suo contratto. Da un lato Dovizioso vorrebbe,
giustamente, vedere riconosciuti i risultati del 2017 e definire un accordo in
tempi brevi; dall’altro lato Ducati vorrebbe essere più attendista per avere
conferma delle performance dell’italiano. In questo tira e molla il rischio è
duplice per entrambi. Andrea rischia “l’arrembaggio” di giovani piloti
provenienti dalle classi minori che anelano a una sella ufficiale. La Ducati,
di contro, allungando i tempi potrebbe arrivare tardi e vedersi “rubare”
Dovizioso da altri team (Honda in primis) che con l’italiano acquisirebbero
anche segreti tecnici e strategie della rossa di Borgo Panigale. Come si suol
dire “la coperta è corta” e con i contratti di molti piloti in scadenza proprio
nel 2018, il mercato potrebbe rivelarsi foriero di colpi di scena sebbene ci si
chieda quanto questi “pensieri” possano incidere sulle prestazioni dei piloti
in pista.
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