Che
differenza c’è tra squadre ufficiali e team privati? Quanto sono importanti i
secondi per il motomondiale? E per i costruttori?
Si
fa un gran parlare di un possibile ritiro di Rossi dal Motomondiale dopo il
2019 e del suo possibile ritorno con un team in MotoGP con una Yamaha
ufficiale. Ma cosa c’è dietro? E perché potrebbe accadere davvero? Molto
semplicemente bisogna considerare cosa sono e che vantaggi portano i team privati
alle squadre ufficiali. Innanzitutto attenzione a considerarli team di serie B
perché tutto sono fuorchè squadre minori. Non è un segreto che la Dorna
vorrebbe per ogni squadra ufficiale un team satellite.
Lo fa Ducati con il
Pramac Racing con cui ha uno stretto rapporto tecnico e a cui affida spesso (è
il caso di Bagnaia) piloti da “svezzare” nella massima categoria. E lo fa Honda
che ha nell’LCR, il team di Lucio Cecchinello, un partner preferenziale. Yamaha,
Aprilia, KTM e Suzuki sono meno attive da questo punto di vista; la casa dei
tre diapason fornisce moto factory della stagione passata al team Monster
Yamaha Tech3, mentre gli altri tre costruttori al momento sono concentrati
nello sviluppo dei propri prototipi con squadre ufficiali. Ben presto però lo
scenario cambierà dal momento, e non è un mistero, il mercato piloti obbligherà
a modificate certe scelte strategiche e a legare giovani talenti (e futuri
campioni) già attivi nella classe regina o provenienti dalle altre categorie,
ai singoli marchi. Quindi in quella che a tutti gli effetti è una vera e
propria guerra dei team satelliti, le case madre dovranno fare bene i conti per
evitare di rimanere fuori dai giochi (e dalle preferenze) dei primi. Se ad esempio
Honda si è vista “rubare” Miller che dal team Mark VDS è passato a Pramac
Racing proprio per il mancato supporto tecnico richiesto dall’australiano
(vedasi moto factory aggiornata), discorsi simili possono essere fatti per i
team Avintia Racing e Aspar che a fronte di una GP17 per il 2018 potrebbero
“accasarsi” con altri costruttori in ottica 2019. Anche perché, un po’ come
potrebbe succedere per il team Tech3 con Zarcò, l’impossibilità dei privati
d’offrire ai propri piloti mezzi competitivi, potrebbe spingere questi ultimi
verso altre squadre (magari ufficiali) con evidenti perdite di sponsor e denaro
per i team. In sintesi si tratta di squadre satelliti, d’accordo, che però
fanno della loro partecipazione al motomondiale un business che alla fine deve
risultare redditizio; inoltre servono alle squadre ufficiali per accumulare
dati, sperimentare componenti e fidelizzare piloti e alla Dorna per garantire un
numero di partecipanti necessario a garantire lo spettacolo. Per questi motivi
è necessario che venga garantita equità di prestazioni a team e piloti definiti
erroneamente secondari, soprattutto dopo la poco fortunata avventura CRT. Fuoco
alle polveri, quindi, e occhio al mercato piloti e alle alleanze tra team e
case costruttrici che vivacizzeranno il 2018 e regaleranno sorprese per la
stagione successiva.
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