Ecco
un’interessante prodotto americano, una bici con motore, che piacerà
sicuramente anche ai motociclisti.
Potete
chiamarla ibridazione, intersezione di segmenti o mutazione genetica…poco
importa perché la Motoped Pro è l’evoluzione vera dell’antico concetto su cui
si basano tutte le motociclette: l’applicazione di un motore sul telaio di una
bicicletta, sebbene nel caso in specie sembra più il parto di uno scontro tra
una mountain bike specialistica e una moto da cross.
Dalla prima mutua
l’estrema leggerezza e dalla seconda la potenza aggiuntiva del propulsore
termico. E’ un prodotto americano che piacerà soprattutto agli amanti del
fuoristrada per ovvie ragioni (basta guardare le foto), ma sarà gradito anche
agli amanti delle discese dalle colline in sella alle mountain bike, che
potranno sfruttare il plus del motore per arrivare in cima senza alcuna fatica
per poi lanciarsi giù per i pendii. Detto ciò, è bene precisare che la Motoped
Pro è anche sufficientemente estrema per i piloti più sportivi e smaliziati. Tecnicamente
si tratta di una mountain bike molto robusta che sfrutta un telaio a tubo
centrale a cui viene ancorato al posteriore un forcellone oscillante
d’alluminio. Il motore di derivazione Honda e un sistema brevettato di pedalata
assistita o totalmente libera, garantiscono la doppia propulsione. Tutto il
resto, invece, è componibile nel senso che potrete scegliere il diametro dei
cerchi (24 o 26 pollici), l’escursione (da 6 a 8 pollici per la forcella) delle
sospensioni regolabili DNM , l’altezza della sella (84 o 89 centimetri) e anche
la cilindrata del propulsore (49 o 125 centimetri cubici, con avviamento
elettrico o a pedale e con una velocità massima rispettivamente di 39 e 72,5
chilometri orari). Se vi va potrete anche decidere di farvi mandare a casa uno
scatolone con tutti i pezzi e assemblarla da soli! I vantaggi di questo tipo di
mezzo sono molteplici a partire dal peso davvero ridotto che si aggira attorno
ai 56 chili, per poi giungere ai consumi ridicoli (con circa 3,7 litri potrete
coprire, a seconda del propulsore e dello stile di guida, distanze comprese tra
i 130 e 210 chilometri). E se a questo punto vi state ancora chiedendo perché
debba piacervi tutto ciò sappiate che nell’era pioneristica (e fino agli anni
’50) non era per nulla raro trovare piccoli artigiani e aziende che proponevano
motori da montare nei telai delle biciclette con cui darsi battaglia su campi
da cross improvvisati o pseudo circuiti da velocità pura. Perché la
motorizzazione su due ruote è nata proprio da questo semplice concetto:
aumentare la velocità di un biciclo oltre le umane forze!
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