SPECIAL
PER PIACERE
Ormai
le GS completamente di serie sono come i panda, una razza in via d’estinzione. Trovarne
una che sia ancora come mamma BMW l’ha fatta è puro miraggio e i prezzi
dell’usato che oscillano dai 4.000 euro, per un modello del ’97 in discrete
condizioni e con un elevato chilometraggio alle spalle, ai 7.000/8.000 euro per
versioni relativamente più recenti permettono a una pletora più o meno
specializzata di preparatori d’avventurarsi nel magico mondo della
trasformazione della grossa bavarese in una scrambler.
Ma quando capita
d’imbattersi in una preparazione ben fatta e poco invasiva come quella di NCT
Motorcycles allora si capisce che nel gioco delle probabilità la speranza non è
ancora defunta e sul viso fa capolino un sorriso a sottolineare l’ottimo lavoro
svolto. Pensare che una grossa GS possa muoversi come uno stambecco tra pareti
rocciose e passaggi stile Hell’s Gate è inverosimile; ma è probabile che una
buona dieta dimagrante possa renderla più easy nella guida su mulattiere e
sentieri sabbiosi. Robert, committente di questa special ribattezzata Red
Rooster (ovvero “giallo rosso”, e il motivo è piuttosto evidente), ha
consegnato la sua R 1150 GS del 2001 nelle mani degli austriaci di NCT che
l’hanno reinterpretata in modo diverso dalle solite scrambler e cafè racer che
il mercato propone. L’idea è stata quella di “pulire” la motocicletta da ogni
elemento che ne disturbasse la linea principale, partendo proprio dal
retrotreno dove il telaietto è stato ridotto negli sbalzi per rendere più corta
e raccolta la silhouette. Stesso discorso per la porzione anteriore dove il
caratteristico becco, il grosso cockpit e relativo cupolino e il faro
rettangolare sono stati bellamente…eliminati! Classica la sostituzione del faro
con un elemento rotondo e altrettanto normale è l’effetto “appeso” che ne
risulta alla fine del montaggio. Il nuovo manubrio con comandi e manopole di
serie, la strumentazione più piccola T&T e l’abolizione degli specchietti
le hanno dato quel look “rego” che ci piace tanto e che viene sottolineato dai
nuovi pneumatici Metzeler Karoo 3; stona un po’ il piccolo parafango forse troppo
vicino alla ruota, che tra sassi e fango potrebbe creare qualche problema.
Paradossalmente dietro rimane solo un porta targa home made montato a sbalzo che
fa il paio con la nuova sella bicolore per mitigarne lo spessore. Il motore è
stato solamente revisionato e completato con un terminale Akrapovic e un’unità
M-Unit della Motogadget mentre il radiatore dell’olio è stato spostato dietro
il triangolo del Telelever. Il tocco finale è la colorazione gialla e rossa
scelta da Robert perché riprende i colori del logo della sua azienda. Ma un
occhio più attento noterà che si tratta anche di un accostamento già usato
dalla BMW per una delle più incredibili (e non convenzionali) motociclette
prodotte a Monaco di Baviera, la K1 un altro modello che ha voluto reinterpretare
in modo non convenzionale il concetto di turismo sportivo. Sarà stato un caso?
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