VERDE
KAWASAKI: IL COLORE DELLA VITTORIA
Se
avessero avuto un terzo pilota ufficiale probabilmente avrebbero monopolizzato
tutto il podio visto il modo con cui Rea e Sykes hanno dominato il round
olandese. E poco importa se Davies in gara 1 ha tenuto testa al capoclassifica,
perché la sua Panigale a un giro dalla fine ha ceduto di schianto lasciando il
gallese a quota zero punti.
Ma andiamo con ordine. Nelle qualifiche del sabato
il duello a distanza tra Chaz e Johnny si è concluso con un’accesa discussione
tra il ducatista e il pilota Kawasaki reo di averlo ostacolato durante l’ultimo
giro buono. Il risultato? Rea segna un tempo stratosferico che gli garantirebbe
la pole position anche in MotoGP (come dire che sul circuito di Assen nessuno è
più veloce di lui su due ruote!) ma viene retrocesso in quarta posizione dalla
direzione gara. Al pronti via di gara 1 Davies scatta meglio di tutti e si
porta intesta seguito da Rea che sembra volerlo controllare. I due piloti hanno
un passo insostenibile per chiunque altro e distaccano il gruppo iniziando una
lotta fatta di giri veloci e traiettorie millimetriche durata fino a due giri
dalla fine quando la Kawasaki numero 1 passa al comando e, pochi chilometri
dopo, la Ducati si ferma per un problema tecnico. Gara 2 vive sull’inversione
parziale della griglia che rallenta il ritmo e concede alcuni giri in testa a
piloti che altrimenti rimarrebbero nelle posizioni di rincalzo. Ma i valori in
campo sono sempre gli stessi e dopo alcune tornate Rea e Sykes prendono la
testa della gara per non lasciarla più fino alla bandiera a scacchi con un
distacco di soli 25 millesimi a dimostrazione che per Tom il mondiale non è un
discorso già chiuso! A completare il dominio assoluto del week end olandese
della Kawasaki hanno contribuito le vittorie spettacolari e di forza di
Sofuoglu in Supersport, di Deroue nella 300 e di Razgatlioglu nella Superstock
1000.
Jonathan Rea, che ha festeggiato la 200 gara in Superbike con la vittoria
del sabato (oltre al settimo sigillo consecutivo sulla pista di Assen), ha
dichiarato: “
è stato un week-end incredibile. Sono stato particolarmente felice
con la Superpole, perché il giro che ho fatto è forse il migliore che abbia mai
fatto su una moto. Sono davvero orgoglioso di questo. Ovviamente le vittorie sono
veramente bella da portare via. In gara 1 ho avuto un buon passo, alla fine e
volevo passare per allungare. Ma ogni volta che andavo in venivo ripassato
all'ultima curva. Alla fine Chaz è stato, onestamente, molto sfortunato e non è
mai una buona cosa perdere punti. Nella prima parte di gara 2 ho spinto fino a
quando ho avuto un avvertimento così nella seconda parte ho guidato in
sicurezza. Alla fine avevo un po’ di problemi nelle svolte a sinistra, ma il
problema più grande era il vento così ho deciso di guidare tenendo un margine
per il finale e nel corso dell'ultimo giro ho solo cercato di essere
intelligente e chiudere l'ultima curva. La mia linea non era probabilmente la
più veloce, ma ho chiuso qualsiasi mossa interna e ho tagliato per primo il
traguardo”. Nelle dichiarazioni di
Tom Sykes emerge u problema fisico e un
feeling non ottimale sul veloce che lo hanno penalizzato soprattutto al sabato:
“
in gara 1 non mi sentivo al 100% della forma, ma che non è una scusa. Sulla
moto abbiamo avuto solo alcune limitazioni per il set-up. Ho faticato non
perché le gomme avevano dato il loro meglio o qualcosa di simile, ma perchè in
due aree veloci della pista non avevo abbastanza fiducia. All'inizio della gara
sono finito indietro, ma ho potuto tenere un buon ritmo e sono tornato su. Gara
2 l’abbiamo chiusa molto vicini e devo dire grazie al pubblico, ai miei tifosi
e a tutta la squadra per essere stati comprensivi circa la mia condizione
fisica. Non abbiamo mai smesso di spingere per trovare un set-up ideale e
sentivo che avevamo un pacchetto in grado di vincere. Ci ho provato fino alla
fine e sono deluso di non aver vinto. Ma considerando dove ero anche all'inizio
del week end, se qualcuno mi avesse detto che avrei fatto due secondi posti ad
Assen avrei pensato che non sarebbe mai potuto accadere“.
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