Esiste
un prima e un dopo, e la special di queste foto è lo spartiacque tra i due
momenti. Per lo stile e per le soluzioni tecniche utilizzate.
C’è
sempre bisogno di uno sperimentatore, uno che “le regole son fatte anche per
essere infrante” e che pensa che leggerezza e minimalismo siano un mantra da
applicare a qualunque special (ma anche sulle moto di serie) e non un paio di
parole da spiattellare sulla scheda tecnica per millantare caratteristiche inesistenti.
Insomma serve sempre un pirata arrembante e guascone in un mare di esperti
comandanti “navigati” che le special le fanno da una vita (magari tutte uguali)
e che si spiano vicendevolmente per scoprire la rotta da seguire perché, in
verità, pure loro hanno perso la bussola! E quando uno sperimentatore, un
pirata, un “me ne frego delle regole” decide di sparare a zero su una Husky TE
570 che già di suo è una motina niente male e molto molto caratteristica, allora
lo spettacolo è assicurato…partire dal telaio che sfrutta un reggisella a dir
poco non convenzionale. Molti elementi sono stati sostituiti con altri
d’acciaio mentre il serbatoio di plastica ha lasciato il posto a un altro
componente (ex Husqvarna CR 360 del ‘73) d’alluminio. La sostituzione di
quest’elemento ha permesso d‘incastrare letteralmente il nuovo telaio
reggisella e al contempo di sperimentare un nuovo alloggiamento del radiatore
(un nuovo pezzo unico della Mishimoto) posizionato dove di solito si montano
mascherina e faro anteriore, sfruttando un telaietto para urti che funge anche
da elemento estetico, para sassi e reggi fari (a LED). Il nuovo telaietto oltre
che a caratterizzare il look della TE 570 svuotando di fatto i volumi sopra la
ruota posteriore, ha anche spostato il baricentro del peso con il pilota a
bordo centralizzandolo attorno al propulsore. Inoltre dal momento che il
progetto nasceva dalla duplice esigenza di sfruttare il mezzo sia su strada che
fuori e poiché la base di partenza era votata principalmente all’off road si è
puntato su un assetto delle sospensioni più da supermotard abbassandole di
circa quattro pollici grazie a molle specifiche e calibrate sul peso del
guidatore, montando cerchi da 17 pollici della versione SM450R in combinazione
con pneumatici Shinko 705 e un freno anteriore da 320 millimetri la cui natura
è evidentemente stradale. Allo stesso tempo il motore è stato “vitaminizzato”
aumentando la compressione del mono e sfruttando un filtro più aperto K&N
applicato al carburatore Dell'Orto PHM40 (totalmente ricostruito) e un nuovo
scarico due in uno in acciaio realizzato specificamente per questa moto. Molti
componenti sono stati progettati al CAD e successivamente realizzati, mentre
altri sono stati acquistati già belli e pronti come l’ammortizzatore di sterzo
Öhlins di derivazione Kawasaki ZX-10R, le leve regolabili ASV, gli indicatori
di direzione e il fanale posteriore LED della Supernova. Una sella nuova,
l’assenza di qualsivoglia forma di parafanghi e specchietti e i due tubi
flessibili che trasportano l’acqua da e verso il radiatore inerpicandosi tra
gli steli della forcella come due serpenti sinuosi completano la preparazione
che sfrutta come unica nota di colore il viola originale del serbatoio lasciato
volutamente scrostato. Immaginare questa Husqvarna del 2001 nata con
l’avviamento a pedale, rigida sulle sue sospensioni ribassate e potenziata
(come se i 55 cavalli di serie non fossero sufficienti a spingere
prepotentemente i 118 chili di questa special) tra passi di montagna come su
una stradina polverosa che porta a una spiaggia solitaria e un po’ nascosta
alla folla è un tutt’uno. Le manca solo una borsa morbida, magari di pelle
sdrucita o di tessuto tecnico color kaki per non dover tenere le sigarette e i
documenti nella tasca dei jeans!
Nessun commento:
Posta un commento