Incredibile
progetto della GRIIP che ha creato una monoposto con il motore della RSV4
vincente!
C’è
una frase che sintetizza la differenza tra auto e moto che più o meno suona
così “quattro ruote spostano un corpo, due ruote muovono l’anima”, e non
potrebbe essere più vero. Ma con delle eccezioni. Prendete ad esempio la KTM
X-Bow realizzata dal costruttore austriaco; sebbene abbia due ruote in più
rispetto a una motocicletta, il DNA è perfettamente sovrapponibile al pari
delle sensazioni alla guida. Andando più indietro nel tempo potremmo citare la
Lotus Seven creata da Chapman che faceva delle leggerezza il suo punto di forza
e la base di un esperienza di guida molto vicina a quella di una motocicletta
(da cui mutuava, tra le altre cose, i parafanghi per coprire le ruote
anteriori).
Tornando ai giorni nostri potremmo citare alcuni esperimenti (a volte
interessanti e altre volte bislacchi) di tuner che montano quadricilindrici
giapponesi su piccole Smart o vecchie 500 trasformandole di fatto in kart
anabolizzati che passano più tempo a disegnare “ciambelle” sull’asfalto
piuttosto che viaggiare diritte in rettilineo. A questo punto vi starete
chiedendo come mai in questo contesto che è dedicato alle motociclette,
parliamo di automobili. E’ presto detto, e forse lo avrete già intuito dalle
foto che ritraggono la G1, una monoposto realizzata dalla Griip (giovane
azienda israeliana) e motorizzata con il V4 dell’Aprilia RSV4. Il propulsore è
stato rivisto direttamente dai tecnici del reparto corse di Noale insieme a
quelli della Griip per modificarlo dove necessario. Sono stati rifatti sia il
circuito dell’olio trasformando di fatto il V4 in un motore a carter secco per
abbassarne il baricentro, l’intero sistema di raffreddamento e alcuni elementi
dell’elettronica per poterla fare interfacciare con il sistema di telemetria
della G1. Rimangono le altre caratteristiche fondamentali del motore italiano
ovvero la funzione portante, il cambio estraibile (molto importante quando si
parla di mezzi da competizione come in questo caso) e la possibilità d’accedere
a tutto il know how degli step evolutivi sia dei propulsori da Superbike che di
quelli impiegati nelle CRT. Al momento sono disponibili i 201 cavalli di serie
scaricati dal cambio a sei rapporti attraverso un differenziale autobloccante
che riceve il moto dal propulsore attraverso un albero collegato all’asta del
pignone (ovviamente assente dal momento che il motore è disposto
longitudinalmente). Per il telaio si è optato per una struttura semplice e
relativamente poco costosa a traliccio di tubi meno costoso rispetto ad uno in
carbonio e relativamente facile da realizzare mentre le sospensioni sono delle
classiche push-rod con ammortizzatori sportivi pluriregolabili e barre
antirollio. Quattro freni a disco da 256mm con pinze a doppio pistoncino e
altrettante ruote (cerchi da 13 pollici e pneumatici da 200 mm davanti e 250
dietro) che migliorano esponenzialmente sia le prestazioni in frenata che il
grip sull’asfalto (l’impronta a terra di una motocicletta è simile alla
superficie del palmo di una mano). In generale le prestazioni sono molto racing
considerando che l’intera monoposto pesa solo 390 chili compresi i liquidi, che
il passo è di soli 2.500 mm e che l’aerodinamica (ancora embrionale e in fase
di studio) riesce a generare un carico di circa 200 chili a 180 chilometri
orari (la velocità massima si attesta sui 255 chilometri all’ora). La G1 si
rivela così un progetto interessante al punto che il 4 giugno sul circuito di
Varano de’ Melegari nel campionato Formula X Italian Series ha fatto segnare la
pole position (con tanto di nuovo record della pista) e la vittoria…all’esordio!
Vi abbiamo incuriositi? Sareste disposti a sostituire (solo momentaneamente) la
tuta di pelle con una ignifuga per un giro sulla G1? Allora sappiate che la
Griip permette a chiunque di poter testare la loro monoposto pagando una cifra
relativamente bassa (250 euro); e se poi vi venisse davvero voglia di
acquistarne una vi suggeriamo di fare la classica domandina “scusi, quanto
costa?” senza timori perché la G1 è pensata per dare una più ampia possibilità
agli appassionati di avvicinarsi alle competizioni automobilistiche, mantenendo
un rapporto costi/prestazioni estremamente favorevole.
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