(dacci oggi il nostro avvistamento quotidiano)
In questi giorni di luglio la flessibilità sembra essere venuta meno. Forse colpa del caldo, forse colpa di troppi pochi gelati.
Allora, proprio mentre l'Europa perde la Grecia per poca flessibilità da parte della Merkel, meglio rifugiarsi in un'americanata che più americana é veramente difficile immaginarla: la Ford Flex.
L'avvistamento é avvenuto in piena regola, per le americaneggianti strade di Seregno, nel cuore dell'ex verde Brianza, ben più velenosa di quando uscì un po' di gas da quella che alcuni romani giornalisti hanno chiamato Fabbrichetta, e che invece era l'Icmesa.
Più velenosa della quantità di benzina che bisogna mettere nella Flex, solo per pensare di farla uscire dal box. Ammesso che ci entri.
La Flex é la chiara risposta americana alla Range Rover, yankeezzata dal suo status di crossover un po' su, un po' pop e un po' di tutto un po'.
Di sicuro non passa inosservata, anche se impallidirebbe, di fianco a una ben più anziana Pontiac Trans Sport, vera astronave di fine anni '80.
La Flex é comunque il mezzo di chi non deve chiedere mai. Soprattutto se si parla di ricambi e se, disgraziatamente, non si sapesse ordinarli a distanza via Ebay, via Hotwheels o via piccione transatlantico viaggiatore.
A dispetto del nome flessibile, la Flex vanta una linea monolitica, abbastanza sempiterna anche se ormai vecchiotta nell'animo, essendo stata presentata nell'ormai lontano 2008.
Proprio nell'anno dell'inizio della crisi a cui non devi chiedere mai se e quando finirà.
Gli aerei di New York li abbiamo visti anni fa. Ma adesso c'è la Flex, che gira con i suoi vetri oscuri per la Brianza, a rischiarare gli orizzonti perduti.
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