martedì 14 marzo 2017

SUPERBIKE

DUCATI BENE O MALE IN THAILANDIA?
Come leggere il risultato della trasferta tailandese del team Ducati superbike? Se da un lato Davies dichiara d’avere più punti, dopo quattro gare, rispetto all’anno passato soprattutto in ottica rincorsa su Rea, dall’altro lato non si può sottacere la scivolata in gara 2 a cui ha potuto rimediare solo grazie al restart dopo la bandiera rossa. Melandri, d’altro canto, convince ma non stupisce con due buona prestazioni (un terzo e un quarto posto) parzialmente vanificate sul traguardo dove in entrambe le manches è stato superato da Sykes.
D’accordo in Ducati hanno dovuto combattere con il caldo intenso (circa 35 gradi nell’aria e 50 sull’asfalto) della Thailandia, ma forse i tifosi si aspettavano di più da entrambi i piloti che, per un motivo o per un altro, non hanno ancora centrato la prima vittoria stagionale. Davies sbaglia ancora troppo (due scivolate nel week end; e se l’anno passato ha insegnato qualcosa, è che la costanza porta al grande risultato) mentre Melandri deve riuscire a gestire il mezzo dall’inizio alla fine della gara sebbene su piste a lui più gradite riuscirà a puntare alla vittoria con maggiore facilità. La classifica dice che, esattamente come l’anno scorso, Rea è leader e Davies insegue a trenta lunghezze; ma a differenza del 2016 il divario è minore e i risultati migliori, motivo per cui il bicchiere sembra essere mezzo pieno. L’impressione generale è che, nonostante i risultati forse un po’ sotto le aspettative, la Panigale e Davies siano davvero in grado di lottare per il titolo contro Rea e la sua ZX10RR 8sopratutto perché da qui in poi arriveranno piste più favorevoli per la Ducati e per il pilota inglese) e che la prima vittoria in rosso per Melandri sia solo una mera questione di tempo. Chaz chiude la trasferta con un secondo e un sesto posto e ha dichiarato: “Speravo di poter fare di più, ma in gara 1 mi sono subito reso conto che anche un secondo posto non sarebbe stato facile da conseguire. Soffrivamo un po’, specialmente nei primi due settori, cosa che mi ha sorpreso. Non è stato facile passare Sykes e Marco, ci è voluto del tempo. Ragionando in ottica campionato, lo scorso anno avevamo molti più punti da recuperare in classifica a questo punto della stagione. La costanza di prestazioni è fondamentale in questo momento, dobbiamo essere realistici. Guardando il lato positivo, questo è miglior risultato mio e di Ducati a Buriram, una pista non facile per noi. In gara 2 quando ero alle spalle di Marco non ho calcolato perfettamente la sua staccata e ho dovuto allargare la traiettoria. In quella curva il posteriore tende a bloccarsi, ma in questo caso non è stato possibile controllarlo, probabilmente perché non ero sulla parte più pulita della pista. Dopo una caduta, un sesto posto rappresenta un salvataggio. Però il podio era alla nostra portata, non fosse stato per alcuni problemi con il comando del gas emersi dopo che alcune componenti sono state sostituite a causa della scivolata. Detto ciò, abbiamo molti più punti rispetto a un anno fa dopo due round, ed ora ci aspettano piste più favorevoli. Il campionato è ancora lungo”. Queste invece le dichiarazioni di Marco (rispettivamente quarto e un terzo in gara 1 e 2) che spiegai problemi in frenata nell’ultima parte del circuito: “È stato un weekend positivo per noi. In condizioni così difficili, su un tracciato nuovo, essere vicini ai primi è motivo di soddisfazione. Essere sorpassato in entrambe le gare all’ultima curva non è bello, ma ho avuto difficoltà con i freni fin dalle prove e non era possibile essere più aggressivi in quello che è il punto più critico della pista. Comunque la squadra ha fatto un grande lavoro. In gara 1 è stata dura a causa del caldo, ma fisicamente ero a posto. All'inizio ho spinto al massimo per non mollare Rea, riuscendo a essere più aggressivo rispetto a Phillip Island, ma ci mancava ancora qualcosa. Purtroppo, col passare dei giri, abbiamo faticato in frenata. Nelle prove non sembrava un problema, ma è anche vero che non avevamo mai fatto un long-run. Questo ci ha reso difficile tenere un passo costante. Ci manca ancora qualcosa, ma abbiamo delle buone idee continueremo a dare il massimo per raggiungere i nostri avversari, Mi aspetto di farlo già dal prossimo round ad Aragon“.





































  

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