venerdì 16 febbraio 2018

Contratti piloti MotoGP

La “lotta dei contratti” dei piloti MotoGP è già nel vivo nonostante il campionato debba ancora iniziare. Facciamo un po’ di luce in merito.
Manca solo l’ufficializzazione ma è praticamente certo che Valentino Rossi prolungherà il contratto con Yamaha fino al 2019 con opzione per il 2020 e dopo potrebbe rimanere nel circus il proprio Sky Racing Team VR46 e le M1 ufficiali. Praticamente il “Dottore” diverrebbe un team satellite Yamaha con moto ufficiali.
A farne le spese potrebbe essere il Tech3 di Poncharal anche perché, dopo un 2017 disastroso, lo stesso Team Principal Maio Meregalli ha recentemente dichiarato l’importanza fondamentale che il giudizio di Rossi ha per la Yamaha. Infatti se l’anno scorso nei test pre campionato Vinales lodava l’M1, Rossi ne metteva in luce le problematiche che sarebbero emerse da li a breve e che avrebbero portato alla debacle del team ufficiale Movistar Yamaha MotoGP. In parole semplici il pilota italiano porta in dote un bagaglio d’esperienza in sella all’M1 che Yamaha non vuole perdere neppure dopo che Rossi avrà smesso di correre. Si spiega così il probabile futuro del campione di Tavullia che attraverso il proprio team potrebbe fornire, oltre che impressioni sulla moto e dati tecnici con annesse soluzioni percorribili, anche futuri piloti provenienti dalla scuderia dello Sky Racing Team VR46 da far crescere per poi cedere al team ufficiale Yamaha. Chiuso il capitolo del costruttore giapponese si apre quello Ducati. Sembra ormai certo, infatti, che il rinnovo di Lorenzo pur prioritario non sia così certo come potrebbe essere. Il Direttore Sportivo Ducati Paolo Ciabatti, ha confermato che per quanto l’opzione preferita dalla squadra sia la riconferma degli attuali piloti, a causa della defezione di un main sponsor i budget a disposizione per l’attività sportiva deve ancora essere definita. In questo senso le ottime prestazioni di Dovizioso e le performance sotto le aspettative di Lorenzo, imporrebbero una revisione dei rispettivi contratti e dei relativi ingaggi. Da un lato l’italiano anelerebbe a un ritocco del proprio compenso verso l’alto e se nella prima parte del 2018 dovesse ripetere gli ottimi risultati del 2017, Ducati non potrebbe far altro che accondiscendere con questa richiesta; soprattutto considerando che un possibile abbandono di Dovizioso comporterebbe anche una trasmigrazione d’informazioni di carattere squisitamente tecnico che in questo preciso momento, non sarebbe positivo per Ducati. Dall’altro lato Lorenzo, pagato profumatamente (si parla di circa 12 milioni di euro a stagione contro i due più bonus di Dovizioso), dovrà dimostrare di valere la cifra e dovrà essere consapevole che le attuali condizioni della Ducati potrebbero non permettere un rinnovo alle medesime condizioni. Inoltre l’incognita più grande è dietro l’angolo: se infatti la Desmosedici dovesse risultare altamente competitiva, sia Andrea che Jorge potrebbero dover decidere di restare per non “regalare” a qualche altro pilota una moto da mondiale che hanno aiutato a sviluppare negli ultimi anni. A quanto sembra i motivi per rimanere assieme sono maggiori per entrambi che non il contrario. Infine c’è la Honda che punta a rinnovare con Marquez il quale in diverse occasioni non ha smesso di ribadire due concetti fondamentali ovvero di voler stare in un team vincente e di non chiudere la porta a nessuna opzione. E se la prima frase potrebbe essere letta allo stesso tempo come una volontà chiara di voler restare in Honda o di anelare alla Ducati, la seconda è ben più preoccupante per gli uomini HRC. Lo spagnolo ha più volte ribadito la propria gratitudine a chi gli ha offerto, nel suo primo anno in MotoGP, una moto ufficiale; ma non nasconde la consapevolezza d’essere lui stesso l’artefice di clamorosi risultati quando, quella stessa moto, non era la migliore del lotto. La possibilità di riconfermarsi campione del mondo con un altro costruttore (esattamente come hanno fatto in tempi recenti sia Rossi che Stoner) è uno degli obiettivi di Marquez e gli sponsor potrebbero essere la discriminante fondamentale. Infatti se da un lato lo spagnolo è legato alla Red Bull, che potrebbe spingere per un “salto” sulla KTM (sempre che la moto austriaca risulti competitiva almeno quanto l’RC213V) dall’altro lato lo stesso Marquez risulta essere una sirena per gli sponsor al punto da poter paventare uno scenario simile a quanto accaduto in Formula 1 quando Santander si legò alla Ferrari nel momento in cui Alonso firmò un contratto per correre con le rosse. Che in parole semplici vorrebbe dire, traslando il tutto nella MotoGP, un main sponsor che coprirebbe parte dell’ingaggio di Marquez in Ducati che, come scritto poco sopra, al momento sta rivedendo il proprio budget per correre nel motomondiale. Fantascienza? Forse si o forse no; solo il tempo ci dirà se e come cambieranno gli attuali assetti delle squadre della MotoGP.          


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