lunedì 5 febbraio 2018

La guerra dell’aerodinamica

C’è chi copia e chi inventa nuove soluzioni; l’aerodinamica in MotoGP rischia d’innalzare i costi e di fare impazzire piloti e tecnici.
Sembra d’essere tornati a scuola quando il compagno di banco copiava il compito. L’aerodinamica in MotoGP è più o meno la stessa cosa al punto che le presentazioni dei team ufficiali si sono trasformate in eventi in cui mostrare solo le nuove livree su moto della passata stagione per non scoprire le proprie carte.
Chi non ricorda, infatti, il balzello delle carene Ducati del 2017 per evitare che gli avversari avessero il tempo di copiare il nuovo muso aerodinamico? Allo stesso modo le prime carene sperimentali sono apparse solo durante gli ultimi test di gennaio e, siamo pronti a scommettere che non saranno quelle definitive. Tecnicamente le ali anteriori garantiscono maggiore stabilità all’avantreno in accelerazione e frenata, penalizzando la velocità massima in rettilineo ma tramutandosi in decimi preziosi risparmiati nel computo totale del giro. Ducati è stata la prima a introdurre e sviluppare questo concetto aerodinamico e nei test di Sepang si sono viste le nuove evoluzioni sfruttate soprattutto da Lorenzo. Non è una novità che il maiorchino gradisca più dell’italiano la configurazione a pieno carico; già nella passata stagione i due piloti si differenziavano sotto quest’aspetto definendo di fatto due sviluppi paralleli della stessa moto. Nel frattempo i giapponesi hanno dovuto inseguire la Ducati che lavora sulle ali da più tempo. Yamaha, dopo l’esperimento delle alette interne alla carena, ha portato a Sepang un’evoluzione più estrema che conferma i benefici effetti in accelerazione e frenata. I piloti hanno avvertito un grip migliore all’avantreno ma hanno anche aggiunto che se su piste come Le Mans e Austria sarà utile, su circuiti come Phillip Island potrebbero non utilizzarla. Honda appare la più scettica sul reale vantaggio delle ali anteriori. Sia Marquez che Crutchlow confermano i miglioramenti in accelerazione e frenata ma aggiungono che bisogna lavorare ancora molto. Infatti secondo lo spagnolo le soluzioni aerodinamiche renderebbero la moto meno maneggevole e più pesante nei cambi di direzione. Tra team ufficiali e satelliti a Sepang molti piloti hanno potuto provare le nuove carene aerodinamiche creando di fatto un vero e proprio database su cui i costruttori svilupperanno le prossime soluzioni. L’impressione, però, è che le ali siano il preludio per una corsa alla sperimentazione che innalzerà inevitabilmente i costi, esattamente come accaduto in Formula Uno.   












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