martedì 27 febbraio 2018

Il futuro di Valentino

Rossi rinnoverà con Yamaha? E per quanti anni? E dopo schiererà un suo team anche in MotoGP con le M1?
Da quando nel 2000 il campione di Tavullia è approdato nella classe regina, la MotoGP (che allora si chiamava 500) è diventata rossicentrica; e anche la stagione che sta per iniziare non fa eccezione. Si prospettava un 2018 da colpi di scena a gogo e invece un po’ per paura e un po’ per anticipare gli avversari, sia i piloti di punta che le relative squadre hanno quasi tutte già definito accordi pluriennali che di fato non modificano la compagine degli schieramenti degli ultimi anni.
Marquez resta in Honda, Vinales in Yamaha, Dovizioso e Lorenzo dovrebbero essere confermati (con ritocco al ribasso del compenso per il maiorchino) i Ducati. Di Pedrosa al momento, non si sa nulla; ma a tenere banco è il silenzio di Rossi e Yamaha relativamente all’ufficializzazione di un contratto che sembrava essere già pronto. E già perché le scelte di Valentino influenzeranno quelle di alcuni piloti e altrettante squadre, prima fra tutte Tech3 che, si dice, abbia lasciato Yamaha sia per un’offerta a cui non poteva rinunciare, sia perché la possibilità che l’italiano dal 2020 diventi team manager della squadra satellite del costruttore giapponese non gli avrebbe garantito una continuità (e relativo materiale tecnico) per poter continuare a correre per le posizioni della top ten. Tra i piloti il più penalizzato da un rinnovo di Rossi con Yamaha (fosse anche per un solo anno) sarebbe Zarcò che perderebbe la possibilità di saltare in sella alla seconda M1 ufficiale. Curiosamente squadra e pilota francesi sono accomunati dal medesimo destino che potrebbe portarli a un rinnovo pluriennale avallato da moto ufficiali e (probabilmente) sponsor di KTM. In questo momento di certo c’è solamente che l’unica moto ufficiale disponibile sarebbe l’M1 di Rossi e l’unico top rider disponibile sarebbe…Rossi! E se si vuol correre per vincere entrambi hanno bisogno l’uno dell’altra. Sarà un matrimonio di convenienza, tollerato e senza passione? Difficile dirlo anche se da un lato l’italiano ha sempre corso per vincere senza risparmiarsi e dall’altro Yamaha sembra intenzionata a portare avanti lo sviluppo della M1 seguendo distinte direzioni così da garantire 8e garantirsi) le migliori prestazioni da entrambi i piloti che chiedono maggior attenzione per quanto riguarda elettronica (Rossi) e ciclistica (Vinales). Quindi tirando le somme, Valentino dovrebbe essere un pilota Yamaha nel 2019 con opzione per il 2020; contemporaneamente la casa dei te diapason potrebbe affidare le moto satelliti a al team Marc VDS, ad Aspar-Angel Nieto Team o ad Avintia. A spuntarla potrebbe essere proprio il team belga VDS sia per la solidità della squadra che per la presenza di Morbidelli. E dopo? Dopo Rossi potrebbe appendere il casco al chiodo per vestire i panni del team manager del proprio team VR46 di MotoGP come squadra satellite Yamaha, puntando magari proprio su Morbidelli.



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