FLAT TRACK
Il gesto della derapata, la ruota posteriore che vortica e spara
terra dalla spalla destra, la pressione sulla pedana, pochi soldi e gloria
limitata alla cerchia degli adoratori del traverso…eppure è il modo migliore
per correre su piste di terra battuta ed imparare la disciplina dello sport, l’arte
del controllo della sbandata del posteriore, la fatica e la felicità di
riuscire a controllare una motocicletta in condizioni di aderenza precarie. Inoltre
non richiede una moto nuova di pacca; basta un discreto monocilindrico e con
interventi mirati si inizia subito. Prendete David Andersson, svedese e proprietario
di una Husqvarna SMR 570 che marciva nel suo garage. Un giorno viene folgorato
dal dirt e così, come niente, comincia a smontare la supermotard per adattarla
al nuovo scopo. Del mezzo originale rimangono parte del telaio e motore; ha
contattato un preparatore locale ed ha cominciato a documentare la sua
avventura nel web con un blog (denominato con il nome della via dove abita),
accumulando amicizie e consigli. La struttura in tubi originali del telaio è
stata modificata per ritoccare rigidezze e dimensioni; il forcellone posteriore
è stato semplicemente sostituito con un nuovo elemento in tubi d’acciaio con capriata
di rinforzo superiore ed ammortizzatore Öhlins orizzontale infulcrato senza
leveraggi; l’avantreno è stato prelevato interamente da una Suzuki GSX R750.
Per le ruote sono stati impiegati due cerchi da 19 pollici ma con una
particolarità: mentre all’anteriore sono stati raggiati un cerchio Morad sul
mozzo Talon con freno Braking Wave (pinza e pompa freno ISR), al posteriore è
stata utilizzata una ruota in lega ad otto razze con disco Braking (pompa ISR e
pinza Brembo). Va da se che gli pneumatici sono i classici Maxxis con
battistrada dedicato al tipo di utilizzo sulle piste in terra battuta. Eppure a
differenza di altre preparazioni (ed oltre all’anomalia delle ruote differenti)
David ha impostato il lavoro di customizzazione per poter circolare anche su
strade aperte al pubblico (una cosa del tipo prendi la moto, vai in circuito
guidandola, possibilmente vinci e ti diverti, saluti tutti e torni a casa
sempre sullo stesso mezzo). Ecco quindi che sul gruppo sella codino fa capolino
un faro posteriore Bates a LED, un porta targa e due piccoli indicatori di
direzione. Davanti stessa storia: faro tondo sempre Bates, frecce (piccole)
montate sulla piastra inferiore dello sterzo, strumentazione minimal della
Trailtech avvitata su quella superiore e manubrio Star Bar con blocchetti
elettrici Husky stock, leve specifiche leggere e regolabili, manopole a
botticella ed interruttori devioluci. Insomma con questa moto David ci gira
anche in città sebbene sia priva di parafanghi, nonostante la limitata capacità
del nuovo serbatoio RaceTech e pur avendo montato un filtro aria più
performante e lo scarico due in uno SuperTrapp (ma con DB Killer!). Ora la moto
pesa circa 125 chili con liquidi e mezzo serbatoio pieno ed un’altezza da terra
minore. Pur essendo un mezzo da pista la verniciatura è bellissima (rosso su
nero e via andare) ed i copri radiatori sono…beh guardateli voi.
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