martedì 1 luglio 2014

HUSQVARNA SMR 570 by KROCK STREET RACING

FLAT TRACK



Il gesto della derapata, la ruota posteriore che vortica e spara terra dalla spalla destra, la pressione sulla pedana, pochi soldi e gloria limitata alla cerchia degli adoratori del traverso…eppure è il modo migliore per correre su piste di terra battuta ed imparare la disciplina dello sport, l’arte del controllo della sbandata del posteriore, la fatica e la felicità di riuscire a controllare una motocicletta in condizioni di aderenza precarie. Inoltre non richiede una moto nuova di pacca; basta un discreto monocilindrico e con interventi mirati si inizia subito. Prendete David Andersson, svedese e proprietario di una Husqvarna SMR 570 che marciva nel suo garage. Un giorno viene folgorato dal dirt e così, come niente, comincia a smontare la supermotard per adattarla al nuovo scopo. Del mezzo originale rimangono parte del telaio e motore; ha contattato un preparatore locale ed ha cominciato a documentare la sua avventura nel web con un blog (denominato con il nome della via dove abita), accumulando amicizie e consigli. La struttura in tubi originali del telaio è stata modificata per ritoccare rigidezze e dimensioni; il forcellone posteriore è stato semplicemente sostituito con un nuovo elemento in tubi d’acciaio con capriata di rinforzo superiore ed ammortizzatore Öhlins orizzontale infulcrato senza leveraggi; l’avantreno è stato prelevato interamente da una Suzuki GSX R750. Per le ruote sono stati impiegati due cerchi da 19 pollici ma con una particolarità: mentre all’anteriore sono stati raggiati un cerchio Morad sul mozzo Talon con freno Braking Wave (pinza e pompa freno ISR), al posteriore è stata utilizzata una ruota in lega ad otto razze con disco Braking (pompa ISR e pinza Brembo). Va da se che gli pneumatici sono i classici Maxxis con battistrada dedicato al tipo di utilizzo sulle piste in terra battuta. Eppure a differenza di altre preparazioni (ed oltre all’anomalia delle ruote differenti) David ha impostato il lavoro di customizzazione per poter circolare anche su strade aperte al pubblico (una cosa del tipo prendi la moto, vai in circuito guidandola, possibilmente vinci e ti diverti, saluti tutti e torni a casa sempre sullo stesso mezzo). Ecco quindi che sul gruppo sella codino fa capolino un faro posteriore Bates a LED, un porta targa e due piccoli indicatori di direzione. Davanti stessa storia: faro tondo sempre Bates, frecce (piccole) montate sulla piastra inferiore dello sterzo, strumentazione minimal della Trailtech avvitata su quella superiore e manubrio Star Bar con blocchetti elettrici Husky stock, leve specifiche leggere e regolabili, manopole a botticella ed interruttori devioluci. Insomma con questa moto David ci gira anche in città sebbene sia priva di parafanghi, nonostante la limitata capacità del nuovo serbatoio RaceTech e pur avendo montato un filtro aria più performante e lo scarico due in uno SuperTrapp (ma con DB Killer!). Ora la moto pesa circa 125 chili con liquidi e mezzo serbatoio pieno ed un’altezza da terra minore. Pur essendo un mezzo da pista la verniciatura è bellissima (rosso su nero e via andare) ed i copri radiatori sono…beh guardateli voi.  









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