martedì 29 novembre 2016

DUCATI SCRAMBLER CAFE’ RACER

LO SPIRITO DELLE GARE ILLEGALI
In soli due anni Scrambler è diventato un brand a se stante della galassia Ducati. E come tale da vita a modelli e special a volte distanti dalla base classica da cui derivano. E il caso della Cafè Racer interpretazione moderna delle special anni ’60 nate a Londra da un gruppo di giovani motociclisti coraggiosi e visionari, i “Ton – Up Boys” del movimento Rocker, che in quegli anni iniziarono a preparare le proprie moto per sfide di accelerazione tra un bar e l’altro: la gara durava il tempo di una traccia musicale del Juke Box.
Da allora  la  cultura  Café  Racer  ha  conquistato  tutto  il  mondo,  diventando  un fenomeno globale a cui la Scrambler non si è sottratta. I cerchi dorati da 17 pollici montano pneumatici Pirelli DIABLO ROSSO II da 120/70 ZR 17 davanti  e  180/55  ZR17  dietro  che sono  il  cuore  di  questa  versione  che mantiene  comunque un’anima  Scrambler. Il propulsore è il bicilindrico Desmodue raffreddato ad aria e olio dell’Icon, omologato EURO 4 e con finiture dei carter in  nero e alette lavorate a macchina. Serbatoio a goccia in  alluminio, sella dedicata con coprisella del passeggero, semimanubri  in alluminio  con specchietti end bar tipici delle “race” anni ’60, il  cupolino,  i  portanumero  laterali  e  il  parafango  corto sono parte di uno stile old age che si amalgama con la moderna tecnologia della pompa freno anteriore di tipo radiale (per garantire  frenate  da  vera moto sportiva), lo  scarico  Termignoni  con  doppio  terminale  e  cover  in  alluminio  anodizzato nero e la forcella a steli rovesciati con foderi anodizzati neri. Il logo, poi, è un vero e proprio richiamo se non addirittura un simbolo) di quella cultura motociclistica fatta di gare clandestine che terminavano spesso sotto la bandiera a scacchi. Per questo motivo, il logo dello Café  Racer  s’ispira  a  questa  simbologia  e  riprende  la  base  della scacchiera, posizionata sotto la scritta Scrambler. Il numero 54 sui fianchetti, invece, è un omaggio a Bruno Spaggiari storico pilota Ducati che corse nel  1968  la Mototemporada  Romagnola,  classica stradale  di  quell’epoca,  con  una Ducati  il  cui  motore  derivava  proprio dal monocilindrico  350  della  Scrambler. Celebre è la foto del salto al Gran Premio di Cesenatico.  L’asfalto del percorso cittadino, sollevato dalle radici dei pini  marittimi, creava dei veri e propri salti  sui quali  i piloti  si  giocavano  la  gara  tra  un incrocio  e  l’altro. Allo stesso modo di una motocicletta da gara, anche la Cafè Racer adotta  un  impianto  frenante  adeguato. Nel caso in specie si tratta di unità Brembo  dotate  di sistema ABS Bosch 9.1 MP con sensore di pressione per garantire la massima prestazione in fatto di frenate, senza per questo rinunciare a uno stile minimalista (anteriore singolo da 330 millimetri con pinza  a  quattro  pistoncini  monoblocco  Brembo  M  4.32B  con  attacco  radiale). Le prestazioni, invece, sono demandate al bicilindrico di 803 centimetri cubici con cambio a sei rapporti che sprigiona 75 cavalli a 8.250 a giri/minuto e una coppia di 68 nanometri a 5.750.

















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