BELLA
COME NESSUN’ALTRA
Parlavamo
qualche tempo fa con una nostra amica del “lato B” della Norton Dominator, così
sfuggente e corsaiolo ma al contempo relativamente comodo, da trapiantare su
una più popolare Triumph. Da lì ha preso vita una scoppiettante discussione relativa
al marchio anglosassone. Ci si è chiesti se, esclusa la nuova V4, il resto sia
più marketing o sostanza.
Difatti da quando la Norton ha ripreso la produzione
di modelli nel 2008, la gamma si è mano a mano arricchita di motociclette
bellissime più che prestanti in contrasto con lo spirito e la storia del
marchio. Ad eccezione della nuovissima V4 infatti, la produzione si basa su due
modelli relativamente “tranquilli”: Commando e Dominator. Tra le due quella che
in assoluto fa sognare gli aficionados (ma non solo) è sicuramente la seconda soprattutto
se declinata nell’esclusiva versione SS. Derivata dalla versione corsaiola (e
non omologata per la libera circolazione) Domiracer del 2013, ha reintrodotto
il famoso telaio Featherbed (ovvero letto di piume, utilizzato sulle moto da
corsa dagli anni ’50 in poi e rinomato per la sua maneggevolezza unita ad un
peso contenuto). Nella moderna Dominator si tratta di un telaio tubolare in alluminio
saldato a mano a doppia culla chiusa con serbatoio dell’olio integrato e
telaietto posteriore ridotto ai minimi termini coadiuvato da sospensioni Ohlins
(anteriore a steli rovesciati e posteriore mono vincolato direttamente al
forcellone anch’esso tubolare e dotato di capriata superiore di rinforzo) e da
freni Brembo dotati di pinze monoblocco. Il propulsore è un bicilindrico
parallelo frontemarcia di 961 centimetri cubici da 80 cavalli e 90 nanometri di
coppia (ma la scheda tecnica indica, alla voce potenza massima, un più suadente
“secondo settaggio”), con raffreddamento misto aria/olio a carter secco e con
cambio a cinque rapporti. Lo scarico sdoppiato uno per lato con tromboncini
minacciosi, le ruote da 17 pollici a raggi (pneumatici 120/70 17 anteriore e
180/55 17 posteriore), la linea e la colorazione e il peso a secco di 195 chili
(208 in ordine di marcia) restituiscono un senso di leggerezza e di corse old
age tanto caro ai cultori del marchio. Ma ci chiediamo se sia più corretto
gridare al miracolo per una motocicletta che, priva di qualsivoglia invadenza
elettronica (data anche la cavalleria non eccessiva) garantisce una guida
vecchia maniera con tutti i pro e contro del caso o se si debba gridare allo
scandalo per un mezzo che con le Norton degli anni ‘50 e ’60, che nascevano
prima di tutto per correre nel mondiale velocità e dopo venivano adattate all’utilizzo
stradale, condivide davvero meno di quanto ci si aspetterebbe (look a parte). E
la domanda iniziale torna prepotente e lecita dopo la descrizione tecnica della
Dominator 961 SS: operazione di marketing o mezzo di sostanza? Già il nome indica
una famosa bicilindrica Norton prodotta alla fine degli anni ’40 che ben si
distinse nelle competizioni; stesso discorso per il telaio Featherbed, elemento
che permise di dominare con la Manx monocilindrica nella classe 500 del
mondiale velocità degli anni ’50 e ’60. Pur apprezzano la Dominator 961 SS, la
storia della Norton impone di chiederci quale sia il pedigree della nuova bicilindrica
e, mestamente, annotare poco o nulla al riguardo. Ciò detto rimane una
pregevole realizzazione (in serie limitata) che mixa perfettamente vecchie e
nuove emozioni (pur con “soli” 80 cavalli disponibili nel polso destro) rachiuse
in un design senza tempo.
Bellissima
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