Potrebbe
essere definito l’anello di congiunzione tra la Multistrada Enduro e la
Scrambler “classica”. Però a seconda di chi ne parla potrebbe apparire ora una
Multistrada a metà, ora un’Enduro per nulla specialistica, ora una motocicletta
incline ai viaggi. In realtà lo Scrambler Desert Sled è un mezzo a se stante
che prende il meglio di entrambi i modelli mantenendo però una propria
personalità e un certo retrogusto selvaggio che lo vuole secco sulle ruote,
leggero ma comunque reattivo e potente e privo d’orpelli ritenuti non necessari
come set di valigie, cupoloni paravento, verniciature glamour e accessori
pretenziosi e leccati che se si graffiano si rischia l’infarto.
Ma cosa vuol
dire Desert Sled? E’ presto detto. Si tratta di motociclette nate nel Southwest
californiano e nella Baja in Mexico tra
gli anni ’60 e ’70. Erano moto stradali di
oltre 500 centimetri cubici, private
di ogni accessorio non
essenziale e sulle
quali venivano montate
gomme da offroad,
cerchi a raggi, sospensioni
modificate e piastre
paramotore. Il nome Desert Sled, “Slitta da Deserto”, deriva proprio
dalla piastra paramotore indispensabile per riparare la moto dai detriti e
dalle impervie strade desertiche. Lo Scrambler Desert Sled riprende esattamente
questo spirito estendendo la gamma del brand bolognese verso “l’easy offroad”.
Grazie al telaio e alle sospensioni modificate, alle ruote a raggi con l’anteriore da 19 pollici e
alle linee inedite,
questa è la
moto perfetta per tutti coloro
che desiderano poter
uscire dalle strade asfaltate e affrontare percorsi
meno battuti. L’attitudine al
fuoristrada è visibile già dalla presenza della griglia omologata per il
proiettore anteriore, dai parafanghi alti appositamente disegnati per questa
versione e ovviamente dal paramotore. Il telaio rinforzato, la posizione di
guida più alta, l’escursione delle sospensioni maggiorata a 200 millimetri, le
pedane d’ispirazione fuoristradistica con gommini amovibili e le pedane del
passeggero removibili concorrono a confermare il differente utilizzo cui può
essere sottoposto lo Scrambler Desert
Sled. L’aspetto più interessante è che rispetto alle versioni
“classiche” dello Scrambler il telaio del Desert Sled è stato irrobustito per
resistere alle sollecitazioni proprie della guida fuoristrada. Due inedite
piastre laterali forgiate abbracciano il motore e sostengono il nuovo
forcellone, rinforzato e più lungo rispetto a quello “stock”. Anche le piastre di
sterzo sono nuove e vantano un interasse steli maggiorato e un avanzamento
incrementato mentre le sospensioni sono state pensate per offrire comfort e
controllo anche fuori
dall’asfalto (forcella è una
Kayaba con steli
rovesciati da 46
millimetri regolabile nel precarico
molla, in compressione
e in estensione
e mono, sempre Kayaba, regolabile nel precarico molla e in estensione
con serbatoio gas separato). Questi pneumatici rappresentano una rivoluzione
nel mondo degli pneumatici perché riescono a conciliare e racchiudere
le migliori prestazioni
di uno pneumatico
da fuoristrada con quelle di uno pneumatico da enduro street. Per quanto
riguarda l’impianto frenante, minimalista, il Desert Sled utilizza unità Brembo
dotate di sistema ABS Bosch 9.1 MP con sensori di pressione con disco anteriore
singolo da 330 millimetri con pinza a quattro pistoncini monoblocco Brembo
M4.32B ad attacco radiale e disco posteriore da 245 millimetri su cui lavora
una pinza a pistoncino singolo. Il propulsore è il classico bicilindrico
Desmodue da centimetri cubici
raffreddato ad aria e olio
dell’Icon, omologato EURO 4
dotato del nuovo comando gas e di un’inedita calibrazione motore che ha permesso
di guadagnare fluidità di
erogazione, soprattutto nelle
prime fasi di apertura. Dotato di cambio a sei rapporti,
il Desmodue è stato progettato per privilegiare la regolarità di marcia e la
fluidità dell’accelerazione ad ogni
regime con una
potenza di 75
CV a 8.250
giri/minuto, una coppia di 68 Nm
a 5.750 giri/minuto e
intervalli di manutenzione
richiesti ogni 12.000 chilometri. Rispetto alla Multistrada
Enduro manca l’elettronica applicata alle sospensioni e il lato più globetrotter
“di lusso” grazie agli accessori dedicati. In comune hanno l’escursione elevata
degli elementi ammortizzanti e l’impostazione di off road “leggero”. Con lo
Scrambler condivide la semplicità del propulsore e l’aura selvaggia e glamour
allo stesso tempo senza essere solo “leccata”. In sintesi la gamma Scrambler si
amplia al punto che tra versioni di serie e accessori per modificarla,
potenzialmente potrebbe esistere un pezzo per ogni cliente…come il
Monster!
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