martedì 23 gennaio 2018

L’importanza dei team privati

Che differenza c’è tra squadre ufficiali e team privati? Quanto sono importanti i secondi per il motomondiale? E per i costruttori?
Si fa un gran parlare di un possibile ritiro di Rossi dal Motomondiale dopo il 2019 e del suo possibile ritorno con un team in MotoGP con una Yamaha ufficiale. Ma cosa c’è dietro? E perché potrebbe accadere davvero? Molto semplicemente bisogna considerare cosa sono e che vantaggi portano i team privati alle squadre ufficiali. Innanzitutto attenzione a considerarli team di serie B perché tutto sono fuorchè squadre minori. Non è un segreto che la Dorna vorrebbe per ogni squadra ufficiale un team satellite.
Lo fa Ducati con il Pramac Racing con cui ha uno stretto rapporto tecnico e a cui affida spesso (è il caso di Bagnaia) piloti da “svezzare” nella massima categoria. E lo fa Honda che ha nell’LCR, il team di Lucio Cecchinello, un partner preferenziale. Yamaha, Aprilia, KTM e Suzuki sono meno attive da questo punto di vista; la casa dei tre diapason fornisce moto factory della stagione passata al team Monster Yamaha Tech3, mentre gli altri tre costruttori al momento sono concentrati nello sviluppo dei propri prototipi con squadre ufficiali. Ben presto però lo scenario cambierà dal momento, e non è un mistero, il mercato piloti obbligherà a modificate certe scelte strategiche e a legare giovani talenti (e futuri campioni) già attivi nella classe regina o provenienti dalle altre categorie, ai singoli marchi. Quindi in quella che a tutti gli effetti è una vera e propria guerra dei team satelliti, le case madre dovranno fare bene i conti per evitare di rimanere fuori dai giochi (e dalle preferenze) dei primi. Se ad esempio Honda si è vista “rubare” Miller che dal team Mark VDS è passato a Pramac Racing proprio per il mancato supporto tecnico richiesto dall’australiano (vedasi moto factory aggiornata), discorsi simili possono essere fatti per i team Avintia Racing e Aspar che a fronte di una GP17 per il 2018 potrebbero “accasarsi” con altri costruttori in ottica 2019. Anche perché, un po’ come potrebbe succedere per il team Tech3 con Zarcò, l’impossibilità dei privati d’offrire ai propri piloti mezzi competitivi, potrebbe spingere questi ultimi verso altre squadre (magari ufficiali) con evidenti perdite di sponsor e denaro per i team. In sintesi si tratta di squadre satelliti, d’accordo, che però fanno della loro partecipazione al motomondiale un business che alla fine deve risultare redditizio; inoltre servono alle squadre ufficiali per accumulare dati, sperimentare componenti e fidelizzare piloti e alla Dorna per garantire un numero di partecipanti necessario a garantire lo spettacolo. Per questi motivi è necessario che venga garantita equità di prestazioni a team e piloti definiti erroneamente secondari, soprattutto dopo la poco fortunata avventura CRT. Fuoco alle polveri, quindi, e occhio al mercato piloti e alle alleanze tra team e case costruttrici che vivacizzeranno il 2018 e regaleranno sorprese per la stagione successiva.



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