lunedì 1 gennaio 2018

Royal Enfield “1960” by Baak Motocyclettes

Prendete una moto progettata più di sessant’anni fa, modificatela secondo i dettami tecnici dell’epoca e otterrete una special…speciale!
In un mondo che ci vuole social e iper connessi, che ci spia da dietro uno schermo e che anticipa i nostri (presunti) desideri solo perché abbiamo messo un “mi piace” su una pubblicità è un luogo dove non è sempre piacevole vivere. Ecco perché, forse, quando tutti ci dicono d’andare sempre più veloci, conviene rallentare e guardarsi attorno per vedere cosa accade realmente.
Da questa riflessione che ha i connotati di un’apocalisse orwelliana, nasce il desiderio di possedere una Royal Enfield che sia esattamente come quella in foto. Realizzata dai francesi di Baak Motocyclettes, vuol essere non tanto un tributo quanto una dichiarazione di guerra o un atto di ribellione alla fasulla necessità della massima prestazione a tutti i costi. Si chiama 1960 e altro non è se non una nuova Royal Enfield Claassic EFI 500 trasformata per restituire il piacere della guida (soprattutto in fuoristrada) di oltre cinquant’anni fa. Ed è buffo notare che un mezzo così sia stato realizzato per l’amministratore delegato di un’agenzia di comunicazione! I dictat intorno a cui si è lavorato sono stati l’aspetto vintage, alcuni particolari ricercati e, soprattutto, una guida divertente e vecchia maniera soprattutto in fuoristrada. Tecnicamente, quindi, sono stati montati cerchi a raggi da 21 e 18 pollici con pneumatici in grado di garantire un buon grip sia su strada che in fuoristrada. Il resto della trasformazione è stata ispirata principalmente dalle vecchie BSA e AJS. Motivo per cui è stato montato un manubrio da trial più alto e largo dell’originale con traversino superiore, un unico strumento circolare posto poco dietro i riser, un singolo specchietto rotondo cromato, manopole Biltwell e faro più piccolo con griglia protettiva (dietro è stato installato un elemento tondo a LED). Serbatoio con tappo Monza, coperchio batteria e parafanghi in stile trial sono stati realizzati appositamente in alluminio per la 1960 esattamente come l’impianto di scarico rialzato (in perfetto stile scrambler) in acciaio inox raccordato con il nuovo filtro aria più aperto e a cono. Alcune modifiche pur pensate per avere un impatto estetico, hanno anche una certa funzionalità come ad esempio la sella monoposto a molle e le cinghie che sostengono il coperchio batteria e il serbatoio creando un contrasto piacevole e caldo con le parti in alluminio lucidato. A occhio e croce questa Royal Enfield si dovrebbe poter guidare abbastanza facilmente sia in strada che nei tratti di sottobosco pieni di fango e foglie scivolose, impostando una velocità di crociera relativamente bassa rispetto a una moto da cross moderna, ma pur sempre piacevole. A questo punto domandatevi quanto possa essere razionale al giorno d’oggi guidare una motocicletta progettata più di sessant’anni fa e mai realmente modernizzata (fatta eccezione per il montaggio dell’iniezione elettronica), che eroga una potenza alla portata di uno scooter di media cilindrata, pesante perché fatta tutta di metallo e che richiede una manutenzione quasi giornaliera. Poi guardate le facce sorridenti di chi le guida e fermatevi a riflettere: chi ha realmente ragione? 







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