mercoledì 22 febbraio 2017

APRILIA RSV 1000 R

C’ERA UNA VOLTA UN’APRILIA CHE…
Ci sono giorni in cui ci s’imbatte in special uniche sotto tutti i punti di vista (soprattutto quello meccanico). In questi casi la bellezza diventa un parametro soggettivo perché il vero centro dell’attenzione della preparazione è più tecnico che estetico. Nel caso in specie sappiate che la motocicletta che state guardando è unica, è (o per meglio dire era) un’Aprilia RSV 1000 R (quella con il bicilindrico di 998 centimetri cubici per intenderci) e della sopraffina ciclistica sviluppata a Noale è rimasto solo…il ricordo!
Shaun, un ragazzo dell’Inghilterra del nord, se l’è costruita tutta da solo, immaginandola, progettandola e realizzandola dentro un anonimo capannone per puro sfizio personale e per il godimento della sua anima motociclistica. Gli sono serviti circa tre anni e una miriade di macchinari comprati anche alle aste. Ma da dove è partito? Semplice, da un’Aprila RSV 1000 R incidentata da cui ha prelevato il motore e da una serie di pezzi accumulati in una vita intera passata a raccogliere ogni componente che un giorno avrebbe utilizzato per qualche motivo; e quello che non aveva lo avrebbe costruito da solo utilizzando, tra le altre, una macchina CNC! Ciò che colpisce della special di Shaun è la somiglianza con un altro paio di moto italiane che sfruttano una sospensione anteriore simile: la Virus e la Bimota. Ma fermarsi a questa coincidenza sarebbe sbagliato dal momento che il vero ispiratore è stato Jack Difazio commerciante, pilota e geniale inventore meccanico inglese del secolo scorso che ha sperimentato, tra le altre cose, una sospensione anteriore con braccio oscillante. Per la sua opera prima Shaun ha utilizzato tubi ovali T45 per i forcelloni e boccole 7075 che ha ritenuto ottimali perché facilmente modificabili per intervenire su posizione delle ruote e distribuzione dei pesi (178 chili a pieno carico con una ripartizione pari al 51% all’anteriore e 48 al posteriore). Per farvi capire che personaggio sia Shaun e come ha lavorato vi basti sapere che per il telaio ha utilizzato anche l’Inconel avanzato da un precedente lavoro, una superlega leggerissima e resistente alla corrosione e alle elevate temperature utilizzata per la costruzione delle scatole nere degli aerei. In quest’ottica anche il motore è stato modificato per poter sfruttare tutti gli aggiornamenti elettronici del caso. Inoltre il sistema di raffreddamento, progettato da Shaun, è completamente nuovo e prevede il riposizionamento di due radiatori (in luogo di quello singolo di serie) sotto la pancia della motocicletta. Sperimentata con esito positivo, questa configurazione ha comunque obbligato a ricollocare la pompa, i terminali e altri elementi per poter essere utilizzata. Alcuni componenti (cerchi, sistema frenante e comandi) sono stati presi dalla grande serie per meri motivi di praticità mentre altri sono stati realizzati appositamente come ad esempio il serbatoio d’alluminio e la coda. Questa special ha già percorso diversi chilometri per poterne saggiare le caratteristiche e gli eventuali (e mai assenti) problemi di gioventù. Ciononostante la base di partenza sembra promettere bene al punto che è stata già testata da riviste del settore con esiti positivi. Nel frattempo Shaun è impegnato a migliorare la sua creatura valutando l’integrazione dei serbatoi del liquido frizione e freno direttamente sul manubrio e una nuova sospensione posteriore ritarata. E tutto ciò appare normale perché la mente di un inventore non sta mai ferma. Anzi non ci stupiremmo di vedere trapiantato un nuovo motore Aprilia a quattro cilindri…sogno di una notte di mezza estate?  













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