mercoledì 22 febbraio 2017

BMW K75 “ALPHA” by MARK ATKINSON e MEHMET DORUK ERDEM

STORIE DI ALIENI E INTERNAUTI
Da dove si comincia quando la special da descrivere è l’Alpha? Dal fatto che è un connubio d’idee marine (il motore a sogliola del BMW K75 miscelato con il design ispirato allo squalo bianco)? O dal presupposto che se non fossero esistiti i social network l’Alpha non sarebbe mai stata costruita (le due menti dietro al progetto abitano rispettivamente nello Utah e a Istambul)? O ancora che per la carrozzeria è stata impiegata una fibra derivata dal basalto, che è una roccia lavica?

Con una mole di elementi così particolari non sappiamo davvero come iniziare; per cui diremo semplicemente c’era una volta, in una terra molto molto lontana un ragazzo che sognava di fare il design; e dalla parte opposta del mondo c’era un altro ragazzo che voleva correre più veloce di chiunque altro in sella a motociclette che si autocostruiva. Un bel giorno il primo ragazzo (al secolo Mehmet Doruk Erdem) mette online il bozzetto di uno dei suoi disegni ispirato alle forme dello squalo bianco, il più temibile predatore marino, caratterizzato da forme perfette e pulite. Il secondo ragazzo (al secolo Mark Atkinson) s’imbatte nel disegno e comincia a chiedersi se sia possibile realizzarlo davvero. Mark è un tipo abbastanza particolare perché gli piace Bonneville e quando qualche anno fa la competizione è stata cancellata ha pensato bene di trovarsi un hobby per l’inverno. Per rendere ancora più chiara la sua personalità, sappiate che Mark ritiene che quando si decide di costruire un motore per record di velocità, bisogna partire da un blocco d’alluminio grezzo e non fare shopping di pezzi qua e la. In sintesi c’erano una volta due ragazzi che non si conoscevano ma condividevano un sogno che un bel giorno cominciò ad essere reale. Infatti Mark ossessionato da quel bozzetto poco alla volta ha iniziato a pensare che fosse possibile costruire davvero l’Alpha intorno al motore di un vecchio K75. Detto fatto comincia a lavorarci su e con la naturalezza che contraddistingue i geni visionari, scrive su facebook a Mehmet che…non risponde! Il tempo passa, la modellazione dei pezzi prosegue e Mark riprova a contattare Mehmet perché trovava strano lavorare su un bozzetto che non è suo, ma anche questa volta senza successo. Mark è a un bivio e pensa di lasciare perdere il design dell’Alpha in favore di altri bozzetti che però non lo convincono fino in fondo. Così tenta un ultimo disperato contatto e questa volta Mehmet risponde! Gli spiega cosa sta facendo, gli manda le foto del lavoro svolto e comprende il motivo per cui fino ad allora non aveva ricevuto risposta. Altre persone in passato avevano proposto progetti simili che poi non si erano concretizzati a Mehmet, e solo le foto dello stato dell’avanzamento dei lavori aveva convinto il designer di Istambul che, forse, questa era la volta buona. A questo punto la collaborazione ha ricevuto un’accelerata esponenziale con condivisione d’idee e suggerimenti da entrambe le parti. Ogni singolo pezzo è stato studiato, renderizzato, costruito e modificato, il tutto sfruttando l’autostrada digitale d’internet. Si definiscono le quote e si appronta un telaio entro cui collocare il propulsore a sogliola del K75. Si “scolpisce” la posizione di guida del tutto inedita, per la quale sono serviti mesi di sperimentazioni e di schiuma espansa prima d’arrivare al risultato che potete apprezzare in foto. Lo sterzo viene costruito sulla scorta diun brevetto del 2007 che sfrutta cilindretti idraulici per trasmettere il movimento alla ruota. E infine il “vestito”, la carrozzeria così caratteristica e inusuale con il muso ispirato alla BMW 328 Mille Miglia che crea una tensione pieno/vuoto e un contrasto tra il corpo della motocicletta e il retrotreno sottolineando come la parte anteriore debba fendere l’aria e il posteriore scaricare a terra tutta la potenza disponibile unendosi in un’azione unica e sinergica espressione della pura velocità. Curiosamente per realizzare la carenatura si è usato un mix di fibre di carbonio e di basalto, una pietra lavica lavorata e trasformata all’uopo. Mark ha dovuto studiare, sperimentare, sbagliare e riprovare fino a trovare la giusta alchimia per ogni singolo elemento; lungo la strada è stato aiutato da chiunque avesse voluto e potuto fornire suggerimenti e consigli compresa una donna che lavorava sulle ali dei Boeing 777. Ci sono voluti 16 mesi per costruire l’Alpha ma il risultato, che è sotto gli occhi di tutti, ne è valso la pena. Ma un momento, sembra che manchi qualche cosa…I DATI TECNICI! Ma davvero sono necessari in questo caso?  
















      

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