EL SOLITARIO IMPOSTOR
Le motociclette preparate da El Solitario non sono destinate
a cercare la bellezza o la praticità perchè sono caratteristiche dominanti nella
maggior parte dei veicoli odierni e quindi poco interessanti per questo team di
costruttori di special. Le motociclette di El Solitario sono meri esercizi
autobiografici che tentano di catturare l’istante di un cammino vitale in cui sono
immersi, tentando di rivelare l'essenza della motocicletta e del pilota. Ricercano
le caratteristiche che rendono una moto unica ed evidente nella moltitudine
omologata e contemporanea. Un tempo queste qualità erano facilmente
identificabili in ogni moto mentre oggi sono perdute nelle forme e nei
contenuti massificati di oggetti su due ruote. I ragazzi di El Solitario desiderano
esaltare i tratti della velocità, della
trazione, della potenza, il carattere, la personalità, il rispetto, la paura,
il pericolo in ogni loro creazione. Abbracciano queste caratteristiche per
creare un impatto sulla osservatore che non significa necessariamente soddisfare
l’aspetto visivo. Lavorano da anni sulle motociclette e stratificano le loro
esperienze di customizer sgrossando, modellando, asportando l’eccesso e l’inutile
per giungere all’idea di moto ideale (almeno per loro); Muovendosi prima all’interno
di canovacci e regole hanno poi dato libero sfogo al lato selvaggio sempre piu’
presente nelle loro creazioni, limitato unicamente dalla necessità di rendere comunque
godibile e guidabile le loro opere. Impostor sembra scandalosa ed assassina, ma
sotto la gabbia si celano la meccanica ed il telaio rassicuranti della
nuovissima BMW R Nine T. La filosofia del team si evince dai dettagli piu’ che
dalla visione d’insieme immediata. Al di la’ della gabbia/carrozzeria che puo’
piacere o meno colpiscono lo scarico proveniente da una Ducati 999, il faro
fendinebbia laterale, la batteria di quattro faretti a led anteriori e l’utilizzo
del serbatoio al pari di un pezzo di pelle tatuato con disegni e poesie (e
difatti il painter è il Tattoo artist Pepe Caruso).
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