Ultimamente vedo sempre piu’ spesso Moto Guzzi in giro; customizzate, mantenute o restaurate in mano sia a motociclisti “vintage” che giovani. E dato che questi ultimi guidano quasi 100 anni di storia, essendo la Moto Guzzi la marca italiana di motociclette piu’ antica e tutt’ora in attivita’, gli dedico una piccola raccolta di curiosita’ (solo alcune), aneddoti che potrebbero conoscere o meno, con l’intento di stimolarli ad approfondire la storia di questo marchio
1 . Moto Guzzi è stato fondata da due piloti della prima guerra mondiale e dal loro amico meccanico. I tre amici passavano il tempo fantasticando sulle motociclette allora in produzione e su come potessero migliorarle: stava nascendo l’idea di una motocicletta completamente nuova.
2 . L'aquila del logo rappresenta uno dei tre fondatori e piu’ specificamente Giovanni Ravelli pilota della regia aviazione, che morì in un incidente aereo subito dopo la guerra e poco prima che i tre registrassero la Moto Guzzi. Giorgio Parodi e Carlo Guzzi per rendere omaggio al loro amico caduto apposero il logo dell’aquila, simbolo dei piloti della regia marina e del servizio aeronautico dell’esercito italiano durante la prima guerra mondiale, in sua memoria.
3 . Il primo prototipo del 1919 della Moto Guzzi riportava la scritta G.P:, acronimo di Guzzi – Parodi. Dal momento che la famiglia Parodi aveva una grande partecipazione finanziaria nel settore dei trasporti marittimi , volendo mantenere distinte le due attività, pretese che la nuova azienda portasse il nome del secondo socio, ovvero Guzzi.
4 . Il primo motore sviluppato dalla Moto Guzzi (il monocilindrico orizzontale) è stato utilizzato per oltre 45 anni. Sviluppato, migliorato, modificato e maggiorato nel tempo con varie modifiche ha coperto cinque decenni della storia sportiva e commerciale della Moto Guzzi.
5 . Nel 1927 Il fratello di Carlo Guzzi, Giuseppe, per dimostrare la bonta’ del nuovo telaio con elementi elastici posteriori (primi al mondo) parte da Mandello del Lario con una G.T ed arriva a Capo Nord in Norvegia in quattro settimane. Da quel momento in poi il modello con sospensioni elastiche posteriori fu soprannominato Norge.
6 . Nel 1935 Moto Guzzi partecipò alla leggendaria gara del Tourist Trophy sull'Isola di Man. Corrono con la 250 monocilindrica e con la 500 bicilindrica con il pilota irlandese Stanley Woods vincendo entrambe le gare; narrano i quotidiani dell’epoca che gli uomini della Moto Guzzi avessero preparato il pit stop di Woods all’ultimo giro. Avendo visto i preparativi del team italiano, gli inseguitori della Norton avvisarono il proprio pilota di mantenere il ritmo. Compreso cio’ che stava accadendo Woods entro’ nella pit lane senza fermarsi a rifornire la motocicletta ed ando’ a vincere la gara con quattro secondi di distacco proprio da Gutrhie su Norton (secondo) . L’anno successivo la Moto Guzzi bissera’ la vittoria nella classe 250 con il pilota italiano Omobono Tenni.
7 . La Moto Guzzi ha vinto in totale 12 gare sul circuito dell’Isola di Man in dieci anni di partecipazioni nelle classi 500 (una vittoria), 350 (due vittorie) e 250 (9 vittorie).
8 . Lo stabilimento di produzione si trova a Mandello del Lario. Al suo interno nel 1950 è nata la prima galleria del vento per ricerche aerodinamiche specifica per le moto. Si trattava di un tunnel in cui i piloti potevano entrare ed ottimizzare la posizione di guida ad alta velocità. E 'stato un passo rivoluzionario nel mondo del motociclismo. Si dice che quando venivano attivate le turbine della galleria del vento in tutto il paese diminuiva la corrente disponibile per le abitazioni e le strade.
9 . Nel 1955 muore Giorgio Parodi e contemporaneamente nasce la Moto Guzzi 8 cilindri di 500cc, ad opera della triade Giulio Cesare Carcano, Enrico Cantoni e Umberto Todero, il più elevato frazionamento mai tentato su una moto da competizione. La moto si rivelerà col tempo vincente e rimane ancora oggi un esempio tecnico unico: nessuno ha mai più tentato di inserire un motore così frazionato in un telaio motociclistico da competizione. Già nel 1957, ancora all'inizio del suo sviluppo, erogava l'impressionante potenza di 75 CV.
10 . Vettura speciale da record costruita per iniziativa dell’ingegnere Giovanni Lurani. Con sospensione a 4 ruote indipendenti e dotata di motore monocilindrico Guzzi di 350cc e 39 cavalli (185 km/h la velocita’ massima), la carrozzeria è opera della Ghia. Tra il 1956 e il 1958 la “Nibbio 2°” conquistò sulla leggendaria pista di Monza alcuni primati internazionali di velocità per la classe D (fino a 350 cc), guidata di volta in volta da Giovanni Lurani, Piero Campanella e Angelo Poggio. Fu un successo tale che Moto Guzzi forni’ nel 1963 un monocilindrico di 250 cc per un’altra vettura da record: la Stanguellini Colibri’. Costruita su telaio progettato da Stanguellini e dotata di carrozzeria aerodinamica disegnata da Scaglione inizialmente avrebbe dovuto essere equipaggiata con il propulsore ad otto cilindri da 500 cm³ della Moto Guzzi. I costi per lo sviluppo automobilistico di un motore tanto complesso e la maggiore convenienza pubblicitaria per la quarto di litro, fecero preferire l'impiego del monociclindrico bialbero raffreddato ad aria con cambio a 5 marce, derivato dalla "Gambalunghino", e messo a punto dalla casa motociclistica di Mandello del Lario per il tentativo di record.La notevole potenza di 29 CV, la curata profilatura e la leggerezza strutturale della "Colibrì", permisero ai piloti Angelo Poggio e Pietro Campanella di conquistare 6 record mondiali di classe sulla media distanza, il 9 ottobre 1963, sull’anello di alta velocità dell'Autodromo di Monza.
11 . Nel 1964 il mercato delle moto entra in una crisi profonda, si diffondono le automobili e la quantità totale di moto vendute diminuisce. Per cercare un'uscita dalla situazione nel 1965 l'ingegner Giulio Cesare Carcano progetta il motore V2 di 90º frontemarcia, posizionato longitudinalmente, divenuto poi nel tempo l'icona stessa della Moto Guzzi ed ancor oggi costantemente aggiornato ed utilizzato. Si pensi che fu anche applicato allo stadio di prototipo per una utilitaria Fiat ed in seguito per il cosiddetto 'mulo meccanico' 3X3 destinato agli alpini.
12 . Nel 1950 arriva sul mercato il Galletto, il primo scooter a ruote alte della storia. L'idea del Galletto nacque in seguito alla grande diffusione delle varie Vespa e Lambretta. La Moto Guzzi non volle progettare un veicolo simile perché troppo diverso dalla classica motocicletta e dalla tradizione Guzzi. Il Galletto rappresento’ la sintesi di ciò: telaio portante, esteso e protettivo, motore centrale con cilindro orizzontale che manteneva una pedana quasi piatta, ruote alte per garantire una stabilità superiore, cilindrate importanti per garantire mobilità a lungo raggio e prestazioni a pieno carico. Fu un successo ripreso decenni più tardi da Aprilia con lo Scarabeo.
13 . Moto Guzzi nella sua storia quasi centenaria ha prodotto motori ad uno, due, tre, quattro, otto cilindri, con raffreddamenti ad aria o acqua, con trasmissione finale a catena o cardano, aspirati o con compressori. Negli ultimi quarantasette anni Moto Guzzi ha costruito prevalentemente bicilindrici a V di 90 gradi ad eccezione del periodo in cui il proprietario fu De Tomaso che per contrastare le plurifrazionate giapponesi propose delle quattro cilindri.
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