GLI
ANNI GLORIOSI DEL MOTOCICLISMO
C’è
un’immagine che più di ogni altra rappresenta, almeno per alcuni di noi, lo
spirito sportivo senza tempo ed è quella della Ducati 900 Desmo di Mike
Hailwood che nel ’78 (a 38 anni suonati e dopo dieci d’inattività) vinse il TT
nella categoria F1 in modo magistrale, obbligando Phil Read a spingere la sua
ben più prestante Honda al limite dei fuorigiri fino a spaccare il motore.
E
per capire la caratura della vittoria dovreste guidare una Ducati di quel
periodo. Per darvi un’idea basti pensare a frizioni pesantissime d’azionare con
cambi di pari durezza, carburatori che se non sono perfettamente a punto
faranno sporcare le candele fino a far singhiozzare il motore, ciclistiche, freni
e sospensioni da moderno maxiscooter 300 (ma con potenze in gioco da tenere
imbrigliate ben superiori) il tutto condito con la classica posizione allungata
sul serbatoio delle motociclette italiane...insomma non proprio una
passeggiata. Eppure di quelle motociclette ci si innamora più facilmente di
altre ben più moderne. E c’è chi addirittura le compra a pezzi, prive di buona
parte dei componenti e le consegna a un preparatore per farne una moto da
corsa. Esattamente com’è successo alla factory Maria Motorcycles di Lisbona che
ha accettato la sfida propostagli da un cliente di trasformare in una moto
racing uno scatolone che conteneva alcuni pezzi di una Pantah 500. Trattandosi
di una motocicletta rara, complessa dal punto di vista meccanico, di cui non si
sapeva nulla circa lo stato dei pezzi (e da quanto tempo giacevano smontati) e per
giunta da vitaminizzare, Luis si è affidato allo specialista dei desmo Paul
Klatkiewicz della DTS che ha riconsegnato in pochi mesi un motore pari al nuovo
e portato a 600 centimetri cubici grazie all’utilizzo degli aggiornamenti
effettuati nel 1981 da Ducati sui Pantah dell’epoca. Il team di Maria
Motorcycles ha aggiunto scarichi realizzati a mano in acciaio inox con
terminali Spark e filtri a cono per l’aspirazione. Avendo in mente di
realizzare un mezzo dedicato più alla pista che alla strada il telaio è stato
privato di staffe e attacchi non necessari; si è provveduto a montare una
replica dei famosi serbatoi Imola con tanto di cinghia in cuoio tra i due
bocchettoni rapidi tipo Monza, una carenatura perfettamente in stile con l’età
del mezzo (e con sella vintage in pelle), forcella Marzocchi (dietro sono stati
montati dei Bitubo) e pneumatici stretti sui cerchi originali proprio per
preservare la guida originale. Per quanto riguarda gli impianti frenante ed
elettrico si è proceduto revisionando e restaurando il primo (originale) e
costruendo da zero il secondo (che mancava) utilizzando elementi Motogadget e
nascondendo quanto più possibile cablaggi e batteria sotto il codone. Per
completare il tutto la verniciatura ha attinto a colori che richiamassero il
mondo racing dell’epoca con il bianco, l’azzurro e l’oro. Il risultato è una
motocicletta dalla guida particolare e aggressiva allo stesso tempo che grazie
al cambio può sfruttare fino in fondo la caratteristica principale dei
bicilindrici Ducati (l’elevata coppia), con una posizione in sella vecchio stile
con le braccia allungate sul serbatoio e una discreta agilità dovuta alle ruote
strette. Probabilmente arrivare a comprare una motocicletta a pezzi non è il
migliore dei modi per avventurarsi nella realizzazione di una special. Ma
provate a immaginare un Pantah 650 degli inizi degli anni ’80 (una moto
relativamente facile da trovare e a buon mercato); il fatto di guidare una
versione “di serie” sarà già un’esperienza unica (chi scrive ha iniziato
proprio con una di loro!), ma poterla modificare alleggerendola e sfruttando
tutte le peculiarità della guida old style sarà come scoprire un
nuovo…motociclismo!
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