giovedì 15 dicembre 2016

SPIRIT MOTORCYCLES GP SPORT E GP STREET

LA MEGLIO NON C’E’ MAI FINE
Che Triumph sia un marchio che ha fatto la storia dello sport su due ruote è fuori di dubbio, ma che oggi sia un po’ appannato sotto quest’aspetto è altrettanto palese. Salvo scoprire che un nuovo costruttore britannico, nato da una joint venture tra il preparatore Spirit of the Seventies e la T3 Racing di Tony Scott, ha sfruttato il know how acquisito nel triple Challenge e nella superbike inglese per realizzare sulla base del tre cilindri 675 Triumph, una supersportiva…anzi quattro (più un quinto modello potenziale)!
Parliamo di Spirit Motorcycles che ha costruito con soluzioni sicuramente innovative (e controcorrente) due motociclette in versione carenata (GT Sport) e naked (GT Street) declinate a loro volta nelle rispettive versioni estremizzate R. Il propulsore, come anticipato, è quello della Daytona 675 vitaminizzato fino al limite dei 750 centimetri cubici (allungando la corsa dei pistoni), dotato di scarico in titanio realizzato a mano e proposto in due step di potenza rispettivamente da 156 cavalli a 11.900 giri al minuto e 180 a 14.200 a seconda che si scelga il modello base o R. E sebbene i due valori siano già onorevolissimi, data la cilindrata e il frazionamento, sappiate che con un peso di 150 chili per la versione “normale” e 145 per la R si toccano i fatidici rapporti di un cavallo per un chilo nel primo caso (con un rapporto di compressione di 13,5:1) e addirittura 1,24 cavalli per chilo nel secondo (con un rapporto di compressione di 13,8:1)…numeri quasi da superbike! Altro ambito abbondantemente rivisto è quello elettronico che sfrutta una centralina MoTec M130 ECU che garantisce l’utilizzo di un elevato numero di sensori sparsi per tutta la motocicletta (parametri motore, velocità ruote anteriore e posteriore distinte, regolazioni controllo di trazione e anti impennata, posizione valvole a farfalla, frizione antisaltellamento, corsa e velocità delle sospensioni, pressione dei freni e del carburante, rapporto stechiometrico, connessione internet per scaricare i dati nella versione R e chi più ne ha più ne metta) esattamente come accade nella MotoGP. La ciclistica sfrutta un telaio a tralicci in acciaio i cui elementi sono uniti per brasatura anziché con la classica saldatura. Questa sottile differenza comporta due vantaggi sostanziali: il telaio flette un po’ di più e qualora si dovesse sostituire uno o più elementi che lo compongono sarà possibile intervenire unicamente sui pezzi danneggiati senza dover tagliare l’intera struttura. Il forcellone, poi, è un elemento d’alluminio lavorato a mano realizzato su specifiche da MotoGP che sfrutta un mono 35DDs Pro (la forcella è una K-Tech); inoltre l’intera ciclistica permetterà regolazioni degne di un prototipo da gara. Le sovrastrutture, infine, sono tutte realizzate in fibra di carbonio esattamente come il telaietto ausiliario e i cerchi. E ora le note dolenti: ogni modello sarà prodotto (almeno in questa prima fase) in sole 50 unità con un costo di 44.999 sterline per le GP Sport e GP Street base, 64.999 sterline per la GP Sport R e addirittura 69.999 per la GP Street R. C’è da dire che il costruttore offre una garanzia di ben sette anni e dichiara che nonostante le maggiori prestazioni il propulsore ha un’affidabilità da motocicletta di serie e interventi di manutenzione allineati. E infine la quinta moto di cui si accennava all’inizio: sembra che il costruttore voglia mettere in produzione anche una versione scrambler con prezzi intorno alle 20.000 sterline. Come dire che la tecnologia da pista è costosa ma l’esclusività è più importante.    



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