martedì 20 dicembre 2016

TRIUMPH TROPHY 1200 "LA THIERRY" by KRUZ COMPANY

LO SPIRITO DEGLI ANNI ‘70
Pur di recente fondazione (2012) la Kurz Company racchiude tutto il suo stile nella brevissima descrizione della loro home page: modern custom workshop. Si tratta di una piccola factory belga fondata da due “fanatici” (come si autodefiniscono) che hanno provato a realizzare il loro sogno lasciando i rispettivi lavori e dedicandosi a quello che fino a quel momento era un hobby svolto nel retro del garage.
Con l’aiuto di amici e parenti hanno deciso di vivere la loro passione aprendo un laboratorio di customizzazione fino al 2016 quando si sono separati. Oggi Kruz Company è una realtà con un’identità ben definita che trae ispirazione dalla produzione di serie che va dagli anni ’20 ai ’70 e che si pone l’obiettivo di creare special di carattere,  affidabili e che “partono ogni mattina” mixando vecchio e nuovo in dosi corrette. E se vi state chiedendo se le prestazioni sono comprese nel pacchetto, sappiate che il deus ex machina della Kruz Company, tale The Admiral, ha lavorato per diversi anni nel campionato mondiale Superbike. Questa lunga premessa è servita per inquadrare il lavoro svolto sulla Triumph Trophy 1200 che vedete in foto. Del modello originale rimane il grosso quattro cilindri alimentato da una batteria di Mikuni da 36 e i 125 cavalli alla ruota; tutto il resto punta su nostalgici rimandi ispirati dalle maxi naked giapponesi di oltre quarant’anni fa. Il telaio è stato modificato nella parte posteriore con un nuovo telaietto “regolabile” che modifica la posizione di guida e il relativo carico sugli assi. Codino e serbatoio riprendono le linee delle vecchie Kawa 900 con portatarga a sbalzo e fanaleria nascosta. Davanti la forcella ha ricevuto delle coperture per la parte superiore degli steli, una tabella portanumero con faro integrato e nuovi semimanubri che fanno il paio con pedane e comandi rinnovati e che contribuiscono a modificare la posizione di guida. Insieme all’opulenta carenatura sono stati sostituiti anche il voluminoso scarico con terminali sdoppiati uno per lato e l’air box rimpiazzato da filtri aria più aperti e montati direttamente sui carburatori. Ruote a raggi e una ridefinizione della posizione della strumentazione hanno completato la preparazione. Il tocco finale è la colorazione basata sul nero spezzato dal trittico di bande colorate. Il piacere (e la ricerca d’ispirazione) di questa special risiede nella base utilizzata che è tutto fuorchè ricercata e “modaiola”. Come dire che mezzi apparentemente banali attendono solo d’essere liberati dalla loro patina di pezzo di serie per sprigionare tutta la loro carica emozionale sull’asfalto.             



























 


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