PIU’
RACING CHE AMATORIALE
Che
la Honda produca motociclette dove appena salite in sella vi sentite a casa è
un dato di fatto; che travasi molta tecnologia dal mondo racing è altrettanto
acclarato. Ma ciò che spiazza è che ogni nuovo modello pur alzando l’asticella
rispetto a quello che va a sostituire, rimane sempre “familiare”. Tranne nel
caso delle nuove CRF 450 RX e Country che tutto sono fuorchè l’evoluzione della
vecchia enduro 450 della casa alata.
Più agili, reattiva e potenti, sembrano volersi
distaccare da quanto fatto negli ultimi anni dai rivali più diretti (KTM in
primis) che propongono enduro con erogazioni dolci e lineari. Dove prima c’era
fruibilità ora troverete la classica castagna (che comunque l’elettronica saprà
rendere dosabile); la proverbiale stabilità ha ceduto in parte all’agilità e
tutto il resto…beh tutto il resto è nuovo a partire dal telaio, sempre doppio
trave in alluminio, ma completamente rivisto e più leggero. Grazie al nuovo
disegno del cannotto di sterzo flette dove necessario per aiutare gli ingressi
in curva sfruttando la forcella Showa da 49 millimetri e il mono posteriore
riposizionato; il tutto per meglio bilanciare la moto, centralizzare le masse,
abbassare il baricentro, sfruttare l’interasse più corto e migliorare la
motricità. Tradotto in soldoni vuol dire più trazione, migliore spunto nelle
partenze, agilità e reattività a gogo perchè in Honda hanno capito che chi
scatta in testa dal cancelletto di partenza alla fine vince (o mal che vada
arriva secondo); e per ottenere partenze perfette serve tanta coppia,
moltissima potenza e tantissima trazione. Quindi le nuove RX e Country sono
delle enduro più specialistiche rispetto al passato. Ad esempio il propulsore
ha guadagnato l’11 per cento di potenza in più, ma tutta agli alti regimi
grazie alla nuova testa (ridisegnata e con comando valvole a dito), al pistone
con area di squish migliorata, al condotto d’aspirazione rettilineo che
ottimizza i flussi (non gira più intorno al mono) e al classico doppio scarico
(ora più vicino al baricentro per coadiuvare la centralizzazione delle masse e
concorrere alla maggiore agilità generale della motocicletta). Inoltre adesso
poiché l’olio è unico per motore e cambio (quest’ultimo con cinque rapporti più
ravvicinati) è stata modificata la pompa per migliorarne l’efficienza. E per
capire quanto sia parente diretta della versione R (la cross dura e pura) basta
elencare le poche differenze: mappatura del motore più progressiva, sospensioni
più morbide, cerchio posteriore da 18 pollici, corona con un dente in più (avendo
il cambio identico la rapportatura risulta più corta), attacchi motore
differenti, serbatoio di plastica (da 7,3 litri per la RX e da 8,5 per la
Country), luci, cavalletto e avviamento elettrico. Rispetto alla passata
generazione cambiano anche le sovrastrutture, più efficaci nel gestire i flussi
d’aria verso e intorno ai radiatori e più strette di 30 millimetri nei fianchi
per rendere più veloci e facili i movimenti del pilota. In sintesi la
sensazione generale è che le RX e Country siano più specialistiche rispetto al
passato e che Honda abbia voluto puntare più sull’endurista con il polso
allenato dalle gare che non all’amatore.
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