giovedì 1 dicembre 2016

TRIUMPH BONNEVILLE BOBBER “OLD ON GO FAST” by DOWN & OUT CAFÉ’ RACER

CATTIVA (E VELOCE) MA ALLA VECCHIA MANIERA
Non abbiamo ancora fatto in tempo a riprenderci dalle novità presentate dai costruttori a EICMA 2016, che già alcuni preparatori si sono lanciati nella customizzazione di alcune di loro. E’ il caso del nuovissimo Triumph Bonneville Bobber trasformata da Down & Out Cafè Racer seguendo il concetto, anomalo per la verità visti i tempi, delle drag strips: semimanubri per spalmarsi sul serbatoio, alleggerimento dell’intera motocicletta e bombole di protossido d’azoto posizionate sulla parte superiore del forcellone.
In fondo il loro è stato quasi un moto di ribellione, una volontà di liberare il Bobber dai vincoli d’omologazione e di politically correct cui si sono dovuti asservire gl’ingegneri di Hinckley. In sintesi sono tornati indietro a quando “il sesso era sicuro e le motociclette pericolose” per riaffermare in modo puro e sanguigno che per modificare una motocicletta e per farla andare più veloce di ogni altra bisogna semplicemente…infrangere le regole e tornare a essere dei teppisti! Di base la stessa Triumph ha voluto manifestare lo spirito “ribelle” del Bobber equipaggiandolo con il 1.200 High Torque (che a volerla dire facile significa coppia in grado di strappare gomme e braccia e d’arricciare l’asfalto) ma sempre nel rispetto delle regole. A questo punto la prima cosa giusta (o sbagliata?) da fare era quella di modificare radicalmente la posizione di guida con due meravigliosi, sportivissimi e bassissimi semi manubri realizzati da Faster Racing (e già il nome è tutto un programma), chiudere i “buchi” sulla piastra con inserti d’alluminio satinato, montare un tachimetro miminalista Motogadget Chrono Classic che indichi principalmente quando si supera la velocità del suono e nascondere il più possibile ogni traccia di cablaggio elettrico. Via i grossi e pesanti parafanghi (ad eccezione di un piccolo esponente della categoria realizzato in alluminio e posizionato dentro il forcellone triangolare), ridimensionata la sella (ora meno spessa, più stretta e rivestita da Core con pelle cucita con disegno a diamante), via i fianchetti laterali e l’air box (sostituito da due minacciossimi filtri conici aperti) e dentro un sistema di scarico derivato da quello di serie accorciato nei terminali di ben cinque pollici. A completare il tutto due elementi fondamentali per chi vive di pura velocità “a un quarto di miglio alla volta”: due bellicose bombole di protossido d’azoto posizionate sulla parte superiore del forcellone e una Pirelli Diablo Corsa slick posteriore da 160 necessaria per scaricare a terra l’immensa coppia del bicilindrico raffreddato a liquido. E se i bad guys sono tatuati, il Bad Bobber è stato terminato montando coperchi carter con finitura Matt (in luogo di quelli chiari) e con un serbatoio dipinto con una base color porpora e fregi in foglia d’oro in pieno stile retrò ispirato agli hot rod, alle gassers e alle gare clandestine. In tutta onestà per quanto possa sembrare una show bike, pensando a quanto proposto da alcuni preparatori, la Old On Go Fast non ci sembra più estrema di tante altre special ipercarenate preparate per bruciare pneumatici e asfalto al Glemseck 101 o sulla crosta salata di Bonneville nello Utah. Perché sia chiaro che l’intento è quello; o pensavate d’andarci in giro per fare l’apericena?    









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