SPECIAL CUISER
Desidero concludere la settimana in modo esplosivo; voglio
ispirare ogni singolo lettore di questo blog a prendere gli attrezzi giusti
chiudersi in garage un po’ di tempo e costruire la propria special. E’
relativamente facile tirar fuori una scrambler da una BMW a due valvole o da
una paciosa SR; da una iper sportiva è possibile ottenere una naked da sparo,
una brucia semafori, una moto che non sta mai con l’anteriore a terra. Ma
ispirare vuol dire principalmente spingere il pensiero e l’arte oltre i canoni
classici; vuol dire costringere (in senso buono) il customizzatore in erba a
spingersi oltre l’ovvio ed il comune. Vuol dire instillare l’idea che è
possibile creare qualcosa di unico e personale anche con pochi soldi ed in un
garage non fornitissimo di attrezzi ed accessori. L’ispirazione è una scintilla
che sta a voi alimentare. E siete sempre voi che dovrete fare attenzione a non
deviare dall’idea che avrete in mente per la vostra special. Guardando il
lavoro di Roger Allmond non si può restare indifferenti. Probabilmente il
budget a disposizione era sostanzioso (e non potrebbe essere differentemente
dal momento che il committente era la rinomata compagnia assicurativa
d’oltremanica Bennet Insurance) e sicuramente una moto del genere non potrebbe
circolare in Italia dati i vincoli ed i limiti imposti dal codice della strada
(e dalle relative norme sulla customizzazione dei mezzi a due e quattro ruote)
ma l’aspetto fondamentale è che Roger ha preso un mezzo relativamente elitario
e di nicchia e l’ha trasformato in una motocicletta unica. L’unica certezza è
il motore a tre cilindri di 2.300 centimetri cubici e la trasmissione
cardanica; tutto il resto è stato modificato o sostituito. Il telaio in
alluminio, le sospensioni )anteriore con elementi sovrapposti e braccio singolo
e posteriore sempre in tubi e monobraccio) sono una creazione di Roger. Bassa e
lunga lo stile è inconfondibilmente americaneggiante; il codino così sfuggente
ed esile ricorda le moto della Confederate. Le pedane abbondantemente arretrate
e lo sterzo in pezzo unico spingono il peso del pilota sull’avantreno. Alcuni
espedienti curiosi sono il freno posteriore calettato all’uscita dell’albero di
trasmissione, la copertura del radiatore che integra i condotti dell’acqua, lo
stesso telaio praticamente monoscocca (in alluminio) e la mancanza di
qualsivoglia elemento necessario alla circolazione (frecce, luci, porta targa,
specchietti, strumentazione). L’unico elemento acquistato aftermarket sono i
cerchi Dymag in fibra di carbonio (ma i mozzi in alluminio sono realizzati
sempre da Roger). E’ abbastanza ovvio
che il fulcro del design di quest’elaborazione è il motore, ma vi invito a
guardare anche i più piccoli particolari di questa special unica sia per la
base utilizzata che per il risultato ottenuto.
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