VINTAGE RACER
E’ meglio restaurare o modificare una Guzzi vintage? Diciamo
che propenderei per la prima ipotesi, ma se la customizzazione è affidata ai
giapponesi di Ritmo Sereno magari potrei anche ripensarci. Certo nel secondo
caso si fa prima a dire cosa è rimasto di serie che non cosa è stato modificato
ma guardando le foto non si puo’ non apprezzare il risultato finale. Partiti
dalla base di una V7 Ambassador, Shiro Nakajima (CEO di Ritmo Sereno e
proprietario della Guzzi in oggetto) ed il suo team hanno modificato ogni
singolo componente per poterla portare in pista. Telaio rimodellato nella parte
posteriore per alleggerire il retrotreno ed ospitare un codino monoposto,
sospensioni riviste o rimpiazzate (piastre di sterzo ed ammortizzatori nuovi,
forcella revisionata completamente e modificata nei componenti interni), ruota
e freni anteriori sostituiti con elementi nuovi (doppi dischi e pinze Brembo
con componenti vintage). Il motore revisionato e rivisitato nei particolari è
stato alleggerito di diversi componenti tra cui il grosso alternatore
posizionato tra le teste; inoltre sono stati montati nuovi cornetti
d’aspirazione ed un sistema di scarico artigianale con terminali cono contro
cono aderenti al telaio ed agganciati
agli attacchi delle pedane posteriori. Alcuni particolari sono squisitamente
racing come il vaso per il recupero dell’olio (per il quale è statio aggiunto
anche un contenitore suppletivo), un reggi batteria in alluminio (quest’ultimo
componente è stato sostituito con un elemento più moderno e piccolo) ed i
cablaggi elettrici semplificati. Altri aspetti della preparazione sono il nuovo
parafango anteriore (quello posteriore non esiste più), le tabelle porta numero
(anteriore e laterali), i semimanubri, uno strumento analogico montato a sbalzo
su un telaietto apposito ed un secondo elemento digitale per segnare i tempi
sul giro ubicato sulla piastra di sterzo superiore, il sotto coppa, i comandi
della leva freno anteriore e quelli a pedale completamente nuovi e sportivi. E
se per caso il serbatoio vi sembra familiare sappiate che si tratta di un pezzo
Guzzi tagliato per renderlo più stretto mantenendo una linea simile
all’originale. La verniciatura color crema con pinstriping nero dona infine
quel tocco vintage alla motocicletta che, svestita del superfluo, ha
paradossalmente ritrovato la sua vera anima. Chi infatti ritiene che negli anni
’70 la Guzzi Ambassador non fosse una motocicletta sportiva?
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