domenica 25 maggio 2014

YAMAHA SR 400 “BOOGIE SINGLE RACER” by DEUS EX MACHINA

TRACKER



E’ indubbio che una special implica lavoro e denaro da investire. Quanto dell’uno e dell’altro spetta a voi deciderlo; il risultato sarà una combinazione di questi e di molti altri fattori. A volte l’attenzione per i dettagli supera di gran lunga la quantità di denaro speso per un serbatoio decorato in modo particolare o per degli interventi eccessivamente invasivi sul telaio. Di contro decidere di lavorare sulla meccanica senza conoscerla e non affidarsi a dei professionisti (con relativo costo) può precludere un bel risultato. In sintesi la vostra special è un mix di tante variabili che dovrete saper soppesare. Non smetterò mai di dire che una buona base (che dovrebbe rispecchiare almeno parzialmente la tipologia di moto che si desidera ottenere) è fondamentale. E tra tante motociclette stock un modello che ha sempre riscosso grande successo tra i customizer è la Yamaha SR nelle sue varie cilindrate. Non è una novità che la casa giapponese abbia deciso di reimportare lo storico modello nel vecchio continente ed è evidente come stiano puntando molto sui preparatori per stuzzicare i propri clienti. La SR 400 che vedete in queste foto è frutto di questo nuovo modo di pensare della Yamaha (che ha anche un nome: yard built ovvero costruire in giardino) interpretato dalla divisione europea di Deus ex Machina. Per quanto appaia semplice, la trasformazione della piccola di Iwata ha comportato un serbatoio tagliato e richiuso per ridurne le dimensioni, la modifica della parte posteriore del telaio (che quanto più è pulita, tanto più risulta laboriosa) e l’utilizzo di una serie di particolari (come il freno anteriore a disco sostituito con un vecchio tamburo Honda e l’utilizzo di una forcella Ceriani) che donano un look custom anni ’50 a cavallo tra lo stile giapponese e quello europeo all’apparenza semplice da ottenere ma in realtà molto più complesso. Alcuni particolari degni di menzione sono il faro anteriore Bates, i fianchetti laterali bombati, il faro posteriore (ma lo avete osservato bene?) e le pedane in gomma old style. Anche la verniciatura è stata oggetto di un attento studio con particolari decorati a mano ed il richiamo del motivo bianco e rosso sia sul serbatoio che sul parafango posteriore. A questo punto la domanda, lecita, è: perche? Perché acquistare una motocicletta basata su un progetto che ha alle spalle oltre 30 anni, che ha un costo prossimo ai 6.000 euro (praticamente quello di un maxi scooter molto più nuovo, comodo e maneggevole) e spendere altro denaro per trasformarla? Ovviamente le risposte saranno molteplici e tra loro discordanti, ma io vi chiedo: perché no? E tutt’al più perché non trarre ispirazione da questa special e provare a fare qualcosa di simile (ma meno invasivo) su una ben più economica TU 250?








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