TRACKER
E’ indubbio che una special implica lavoro e denaro da
investire. Quanto dell’uno e dell’altro spetta a voi deciderlo; il risultato
sarà una combinazione di questi e di molti altri fattori. A volte l’attenzione
per i dettagli supera di gran lunga la quantità di denaro speso per un
serbatoio decorato in modo particolare o per degli interventi eccessivamente
invasivi sul telaio. Di contro decidere di lavorare sulla meccanica senza
conoscerla e non affidarsi a dei professionisti (con relativo costo) può
precludere un bel risultato. In sintesi la vostra special è un mix di tante
variabili che dovrete saper soppesare. Non smetterò mai di dire che una buona
base (che dovrebbe rispecchiare almeno parzialmente la tipologia di moto che si
desidera ottenere) è fondamentale. E tra tante motociclette stock un modello
che ha sempre riscosso grande successo tra i customizer è la Yamaha SR nelle
sue varie cilindrate. Non è una novità che la casa giapponese abbia deciso di
reimportare lo storico modello nel vecchio continente ed è evidente come stiano
puntando molto sui preparatori per stuzzicare i propri clienti. La SR 400 che
vedete in queste foto è frutto di questo nuovo modo di pensare della Yamaha
(che ha anche un nome: yard built ovvero costruire in giardino) interpretato
dalla divisione europea di Deus ex Machina. Per quanto appaia semplice, la trasformazione
della piccola di Iwata ha comportato un serbatoio tagliato e richiuso per
ridurne le dimensioni, la modifica della parte posteriore del telaio (che
quanto più è pulita, tanto più risulta laboriosa) e l’utilizzo di una serie di particolari
(come il freno anteriore a disco sostituito con un vecchio tamburo Honda e
l’utilizzo di una forcella Ceriani) che donano un look custom anni ’50 a
cavallo tra lo stile giapponese e quello europeo all’apparenza semplice da
ottenere ma in realtà molto più complesso. Alcuni particolari degni di menzione
sono il faro anteriore Bates, i fianchetti laterali bombati, il faro posteriore
(ma lo avete osservato bene?) e le pedane in gomma old style. Anche la
verniciatura è stata oggetto di un attento studio con particolari decorati a
mano ed il richiamo del motivo bianco e rosso sia sul serbatoio che sul
parafango posteriore. A questo punto la domanda, lecita, è: perche? Perché
acquistare una motocicletta basata su un progetto che ha alle spalle oltre 30 anni,
che ha un costo prossimo ai 6.000 euro (praticamente quello di un maxi scooter
molto più nuovo, comodo e maneggevole) e spendere altro denaro per
trasformarla? Ovviamente le risposte saranno molteplici e tra loro discordanti,
ma io vi chiedo: perché no? E tutt’al più perché non trarre ispirazione da
questa special e provare a fare qualcosa di simile (ma meno invasivo) su una
ben più economica TU 250?
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